Parrocchia San Pietro apostolo in San Pietro all'Olmo
Parrocchia Santi Giacomo e Filippo in Cornaredo
San Giovanni Battista


San Giovanni Battista
"il Precursore"
Profeta e martire
ricorrenze: 24 giugno e 29 agosto

 

 catechesi di Benedetto XVI (2012)
 la Festa ad Ein Karem, Terra Santa
Faccenda speciale già con il titolo di questa pagina, dove sono indicate due date per ricordare San Giovanni Battista. Il 29 agosto corrisponde alla data della morte, ovvero "nascita per il Cielo", solitamente adottata per celebrare i Santi; il 24 giugno si riferisce alla sua nascita terrena, cosa che non avviene per nessun altro Santo, ed è quest'ultima che viene ricordata con solennità dalla Chiesa, dimostrazione della considerazione che la Chiesa gli riserva. E sono moltissimi i luoghi e le Diocesi delle quali è patrono e dove la festa assume connotati importanti, sacri e profani.
Giovanni Battista è il santo più raffigurato nell’arte sacra, solitamente rivestito da una pelle d’animale e con un bastone che termina a forma di croce. Talvolta viene raffigurato bambino, che gioca con Gesù, coetaneo, ma sempre rivestito con la pelle di pecora. Il tutto a testimonianza della grande attenzione sempre suscitata da quello che Cristo aveva definito "il più grande tra i nati da donna".
La grande considerazione nella gente è testimoniata anche dalla grande diffusione del suo nome, pure nella versione femminile; per non parlare dei ventiquattro Papi (più l'antipapa sortito dal Concilio di Pisa nel 1410, ma senza Giovanni XX, mai esistito, il cui "numero" è dovuto solo ad un errore). Vero è che già alla sua epoca il suo nome era discretamente in uso (fra gli stessi Apostoli vi era anche quello che è diventato noto come Evangelista) perché nella dizione ebraica Iehóhanan significava "Dio è propizio".
(a sinistra: Jacques Stella, Battesimo di Gesù (XVII sec), Parigi, chiesa di Saint-Louis-en-l'île, Parigi)
Giovanni fu l'ultimo profeta del Vecchio Testamento e il primo degli Apostoli. A parlarci di lui sono gli evangelisti; suo padre Zaccaria era Sacerdote del Tempio e anche sua madre Elisabetta era di famiglia sacerdotale, discendente da Aronne (entrambi santi, tradizionalmente ricordati il 23 settembre, pur se non sono evidenziati nel calendario della Chiesa).
Zaccaria ed Elisabetta erano ormai anziani e senza figli quando a lui, mentre stava officiando al Tempio, comparve l'arcangelo Gabriele che lo avvisò che sua moglie gli avrebbe finalmente dato un figlio che avrebbe dovuto avere il nome di Giovanni; l'arcangelo disse anche che "molti si rallegreranno della sua nascita, poiché sarà grande davanti al Signore" per le sue grandi virtù.
Elisabetta, da sempre sterile e ormai vecchia, concepì davvero un figlio, fra la meraviglia di tutti. Quando fu al sesto mese ricevette la visita della cugina Maria alla quale l'Arcangelo Gabriele aveva annunciato la maternità del Cristo e l'aveva invitata a far visita ad Elisabetta.
Ghirlandaio (Domenico Bigordi): Zaccaria, diventato muto, scrive il nome da imporre al figlio
Firenze, Basilica di Santa Maria Novella, Cappella Tornabuoni
L'incontro viene ricordato dalla Chiesa con la festa liturgica della Visitazione il 31 maggio, ultimo giorno del Mese Mariano, ma in passato fu al 2 luglio, giorno dell'imposizione del nome al figlio di Elisabetta perché Maria aveva protratto la sua visita fino a quel giorno; non è che le due cugine fossero vicine di casa, infatti Maria da Nazareth in Galilea aveva dovuto raggiungere Ain-Karem presso Gerusalemme in Giudea, attraversando (o più probabilmente aggirando) tutta la Samaria, si dice al seguito di una carovana di pellegrini.
All'incontro con la cugina, Maria declamò il bellissimo cantico del Magnificat, espressione "dell'amore gioioso che canta e loda l'amato" (San Bernardino da Siena): "La mia anima esalta il Signore, e trasale di gioia il mio spirito...".
Il saluto che Elisabetta aveva rivolto a Maria ci viene raccontato da Luca: "Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo." (Lc 1,44)
Quando Giovanni nacque, il padre Zaccaria riacquistò la voce che aveva perduto all'annuncio dell'Arcangelo; dell'infanzia di Giovanni si sa pochino, cioè nulla, fino a quando si ritirò per una vita ascetica nel deserto dove si nutriva di locuste e miele selvatico, coperto da un vestito di peli di cammello con cintura di pelle, fino all'età di 28 o 29 anni, quando lungo il fiume Giordano iniziò la sua missione annunciando l'avvento del Messia, ormai prossimo.
Giovanni era "più vecchio" di soli sei mesi rispetto a Gesù che iniziò a predicare a trent'anni.
Veniva gente da tutta la Giudea ad ascoltare quello che era considerato un Profeta; lui in segno di purificazione immergeva nelle acque del fiume Giordano quelli che seguivano le sue parole, ciò che gli comportò il nome di Battista.
Riti di purificazione con immersione nell'acqua erano già presenti nell'antichità in talune culture; del resto il vocabolo battesimo deriva da un vocabolo greco la cui radice significa giustappunto immergere nell'acqua.
Ghirlandaio (Domenico Bigordi): Predicazione nel deserto - affresco (1485-90)
Firenze, Basilica di Santa Maria Novella, Cappella Tornabuoni
A chi pensava che fosse lui stesso il Messia, rispondeva "Io vi battezzo con acqua per la conversione, ma Colui che viene dopo di me è più potente di me e io non sono degno neanche di sciogliere il legaccio dei sandali". Consolava anche i (malvisti) soldati di Erode Antipa, re della Galilea "Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno e contentatevi delle vostre paghe".
Dal Vangelo secondo Marco 1,1-8.
Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Come è scritto nel profeta Isaia: Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada. Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri, si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico e predicava: «Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo».
A Gesù, che un giorno andò da lui chiedendo di essere battezzato: "Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?" e Gesù "Lascia fare per ora, poiché conviene che adempiamo ogni giustizia". Sicché Giovanni battezzò Gesù e vide scendere lo Spirito Santo su di Lui come una colomba, mentre una voce diceva "Questo è il mio Figlio prediletto nel quale mi sono compiaciuto".
Giovanni aveva predicato senza peli sulla lingua, come si direbbe oggi, e gli era accaduto di prendersela anche con re Erode Antipa, per via che questi aveva sposato Erodiade, moglie divorziata del suo fratellastro Erode Filippo (faccenda vietata dalla legge) dal quale aveva avuto la figlia Salomè (nome che ci viene riportato dalla tradizione).
Erode Antipa era figlio di Erode il Grande, quello della "strage degli Innocenti".
All'inimicizia dei Sacerdoti nei confronti di Giovanni (per via dei battesimi che questi amministrava) si aggiunse quella più pericolosa di Erodiade che riuscì infatti a far incarcerare Giovanni nella fortezza di Macheronte, vicina al Mar Morto. La donna avrebbe voluto che Giovanni fosse ucciso, ma il marito temeva le prediche di Giovanni che in fondo considerava uomo giusto.
Accadde però che la giovane Salomè durante una festa eseguisse una speciale danza che piacque talmente ad Erode che questi le promise pubblicamente il premio che avesse voluto. Istigata dalla madre, Salomè non ebbe dubbi e chiese la testa del Battista su un piatto d'argento. Pur contrariato, Erode si ritenne costretto a mantenere la promessa. (a sinistra: "Danza di Salomè", tela dipinta da Gian Battista Carlone nella chiesa di San Giovanni Battista a Chiavari).
I discepoli ne recuperarono il corpo privo del capo e gli dettero sepoltura a Sebaste, in Samaria. Ma la storia delle reliquie si complica con profanazione del sepolcro, asserite distruzioni, recuperi, conservazione di parti in svariati luoghi, il tutto documentato fino ad un certo punto, o, diciamo pure, affidato alla tradizione che vuole, soprattutto nel periodo delle Crociate, una gran corsa alla "conquista" di reliquie da portare in Occidente. Ciò premesso aggiungiamo che nella Cattedrale di Genova (intitolata a San Lorenzo) secondo le suddette tradizioni viene conservato il piatto che avrebbe accolto la testa di Giovanni, nonché le sue ceneri.
A sinistra: il piatto nel quale, secondo la tradizione, sarebbe stata posta la testa del Battista. È di calcedonio, un tipo di quarzo usato per suppellettili in epoca romana e che assume colorazioni molto diverse se attraversato dalla luce. Le decorazioni risalgono al XV secolo quando in Francia (portato dai Crociati?) furono anche riuniti i due pezzi del piatto che si era rotto.
Al centro: Guido Reni, Erodiade con la testa di san Giovanni Battista, olio su tela (1638/39),
Rio de Janeiro, Museu Nacional de Belas Artes
A destra: un particolare della grande arca con la quale il 24 giugno le ceneri del Battista vengono portate con una "importante" e sentita processione fino al porto dove l'Arcivescovo impartisce la benedizione al mare e alla città; la foto rappresenta un particolare dell'arca con la presentazione della testa di Giovanni alla corte di Erode Antipa.
Il piatto e l'arca (con raffigurate altre scene della vita del Battista) sono conservati nel Museo del Tesoro della Cattedrale di San Lorenzo, a Genova.
Le ceneri del Battista sono a Genova da novecento­venti­cinque anni, portate da certi Genovesi reduci da una spedizione in Terra Santa del 1099 (anno della presa di Gerusalemme da parte dei Crociati).
La testa è conservata nella chiesa romana di San Silvestro in Capite (presso piazza Colonna e Palazzo Chigi), che deve il suo nome proprio alla presenza della reliquia (in latino: caput = testa), però priva della mandibola, custodita nella Cattedrale di San Lorenzo a Viterbo. Ma esiste una reliquia anche in un'alcova della Cattedrale di Amiens, in Francia. (v. a destra)
Forse c'è qualche imprecisione, qualche cosa non dimostrata, ma certo è dimostrato il grande culto che ha sempre accompagnato questo Santo, precursore e battezzatore di Cristo, ultimo dei grandi profeti d’Israele, primo testimone-apostolo di Gesù, eremita, predicatore e trascinatore di folle, istitutore di un Battesimo di perdono dei peccati, martire per la difesa della legge giudaica. In taluni luoghi la principale celebrazione del Santo è il 29 agosto, in corrispondenza della sua morte, chiamato allora San Giovanni Decollato.
Ma "solennità" resta la Natività di San Giovanni Battista celebrata il 24 giugno fin dal tempo di Sant'Agostino (354-430); per questa data si usò il criterio che essendo la nascita di Gesù fissata al 25 dicembre, quella di Giovanni doveva essere celebrata sei mesi prima, secondo quanto aveva annunciato l’arcangelo Gabriele a Maria.

San Giovanni Battista è patrono di molti luoghi fra cui citiamo Firenze, Genova, Imperia, Ragusa, Torino.
Naturalmente è a lui che sono intitolati tanti Battisteri presenti in molti luoghi.
I più noti e "importanti" sono sicuramente quelli di Pisa e di Firenze
(qui ai lati)



Fra i "minori" abbiamo scelto
quelli "storici" di
Arsago Seprio, Ascoli Piceno e Cantù
Sotto, ai lati sono i monumentali Battisteri di Parma e di Cremona. Al centro, il più piccolo, si trova presso la Cattedrale di Bergamo, ma non è sempre stato lì: quando fu costruito (1340) era all'interno della Basilica di Santa Maria Maggiore (sempre a Bergamo) dove rimase fino alla metà del XVII secolo. Attorno al 1660 fu demolito e successivamente ricostruito (1856) nel cortile dei Canonici e da qui ulteriormente spostato (fine '800) dove si trova ora.
Tutti i battisteri qui illustrati sono intitolati a San Giovanni, salvo uno.
Le illustrazioni pongono in evidenza come l'ottagono ricorra molto spesso nell'architettura cristiana (e non solo nell'architettura), soprattutto nei battisteri e fonti battesimali. Il motivo è che per i Cristiani punto nodale della Fede è la Resurrezione di Cristo e Cristo è risorto nel giorno dopo il sabato, cioè l'ottavo. E il Battesimo è la resurrezione dal peccato. In origine veniva amministrato nel giorno di Pasqua, poi esteso anche alla Pentecoste e al Natale.
Feste tradizionali "per san Giovanni" sono un po' in tutta Europa e non solo. Talune affondano le radici in culture precristiane, ma difficile dire quali esse siano, quali cioè fossero originariamente dovute al culto del sole e al solstizio che segna l'inizio dell'estate, e che è vicino alla data di nascita di Giovanni.
Si tratta delle tradizioni più disparate, sovente caratterizzate dall'accensione di fuochi più o meno grandi, molte delle quali sono giunte a noi con una connotazione certamente cristiana, legata al culto del Battista e per ciò "scivolata" in avanti di tre giorni rispetto al solstizio, dal 21 al 24 giugno.
È probabilmente la Francia il paese dove sussistono le maggiori tradizioni che vanno solitamente sotto il nome di "les feux de la Saint-Jean" (i fuochi della [festa di] San Giovanni). In Bretagna fuochi di fascine vengono accesi sulle rocce alte delle colline o nel cuore dei tipici calvaires, accompagnati dai canti dei contadini e da danze tradizionali, con allevatori che fanno saltare le loro bestie. In certe Parrocchie è il Curato stesso che viene processionalmente, con la Croce, ad accendere il fuoco nel centro del paese. A Saint-Jean-du-Doigt è un Angelo che scende attaccato ad uno strano aggeggio con una torcia in mano. Paura di incendi? No, perché "San Giovanni fa soffiare il vento in modo da evitare danni". E molti Bretoni si tengono da parte un tizzone, che li proteggerà contro i fulmini.
Per le vie di Brest e altre città si fanno delle gran corse portando una sorta di torcia in mano. Nel Poitou (ma non solo) ruote di carro con paglia incendiata da una candela benedetta vengono fatte ruzzolare nelle campagne per favorirne la fertilità o vengono buttate già da pendii. Più a sud, dalle parti di Perpignan, sono i campanili delle chiese che ospitano piccoli fuochi. Fuochi anche a Mons (Belgio), e nel Quebec, il Canada francese. Pire alte più di dieci metri, chiamate con nomi particolari secondo la zona, vengono incendiate "in onore di San Giovanni" in località delle regioni confinanti con la Germania (Lorena, Vosges, ecc.). Insomma, fuochi dappertutto in Francia ma non a Parigi, dove fu Luigi XIV l'ultimo a dare il via al gran falò in Place de Grève (oggi Place de l'Hôtel de Ville).
Alla "nostra" Isola Comacina si ricorda la tabula rasa fatta dal Barbarossa il 24 giugno 1169 e il ritrovamento dei ruderi della Basilica, dovuto - secondo la leggenda - a San Giovanni Battista che nel 1435 (sempre il 24 giugno) apparve in sogno ad un isolano per indicargli dove scavare per trovare i ruderi stessi. Da allora in quel giorno si fa gran festa con luminaria sul lago (ora sulle barche e dai balconi, un tempo con lumi contenuti in gusci di lumache lacustri che galleggiavano sull'acqua); non manca la processione delle "lucie" (le tipiche barche del lago di Como) cariche di sacerdoti, autorità e gente in festa; ovviamente non manca neppure l'"esplosione" di fuochi artificiali né la "regata di San Giovanni" (sempre con le lucie).
A Firenze una solenne processione si concludeva nel Battistero, ora sostituita da una più modesta "offerta della cera", così come la finale del "calcio storico" (o "calcio in livrea") ha preso il posto di due diversi palii (uno di cocchi e uno di cavalli) che per secoli furono disputati in piena città in onore del Santo patrono. E i più attuali fuochi artificiali hanno preso il posto della luminaria in Arno fra Santa Trinita e la Pescaia, che doveva essere bellissima.


a Genova il 24 giugno
In occasisone della festa del Patrono San Giovanni, a Genova gli eventi sono tanti, sacri e profani (e neanche qui mancano i falò). Il momento clou è tuttavia la tradizionale processione che dopo i Vespri solenni del giorno 24 scende dalla Cattedrale di San Lorenzo fino al Porto Antico con l'arca processionale delle ceneri del Battista; sulla banchina l'Arcivescovo impartisce la benedizione del mare e della città, accompagnato dalle sirene delle navi in porto e dai grandi getti d'acqua dei mezzi antiincendio.
Sembra scontato sottolineare che fra i Genovesi il nome Giovanni Battista "va forte" (anche se poi diventa Giobatta).
 
In Liguria è tradizione delle Confraternite (o casacce) portare in processione dei grandi Crocifissi di legno pregiato (detti semplicemente: Cristi) con decorazioni in argento battuto; in particolare alle estremità sono collocate delle ricchissime "infiorescenze" (i c.d. canti) dorate o d'argento che con il movimento producono un leggero tintinnio. Questi ricchi ormanenti dicono che "il legno della Croce, bagnato dal Sangue di Cristo, ha prodotto una grande fioritura".
I canti vengono trasportati in appositi armadi piatti ma alti anche fin quasi due metri e montati sulla croce in una piazza nei pressi della Cattadrale.

Un canto (ma per rendergli giustizia bisognerebbe che la foto a lato fosse molto più grande e parti­colareg­giata).


Alcuni cristeƺanti si stanno preparando; questi sono più precisamente dei portœi o camalli che stanno allacciando le robuste cinture che reggono il crocco cioè quella specie di bicchiere di cuoio nel quale verrà inserito il piede del Crocifisso, per portarlo.
Per il cambio da un portatore all'altro interverranno altri cristeƺanti detti più precisamente stramœi. Tutti si sottopongono a regolari allenamenti.

                   
Alla processione partecipa "la città": personaggi in abiti e divise di altri tempi (la processione è tradizione antica) sia dignitari che popolani, folte rappresentaze delle istituzioni religiose, rappresentanze (piccole ma "di vertice") delle istituzioni civili. E tanta gente.

 

 
Posto di rilevo hanno le Confraternite con i loro Cristi che avanzano poggiati alla spalla del portatore che non usa le mani, tenute dietro la schiena, in un difficile e delicato gioco di equilibrio. E questi Cristi superano - anche di un bel po' - il quintale di peso.
Il cambio fra portatori avviene con l'intervento degli stramœi uno dei quali solleva e tiene in equilibrio il Crocifisso afferrandolo per una sorta di maniglia dietro di esso, mentre i portatori si scambiano. Ed è sempre un momento "delicato".
   
Anche le ferule impugnate dai Priori delle Confraternite sono veri oggetti d'arte.
Infine l'Arcivescovo; benedicendo la folla precede l'arca di San Giovanni (per le precedenze ecclesiastiche l'importante viene in fondo).

 
Il fercolo con l'arca processionale che alla base nasconde la cassettina con le ceneri del Battista viene portatooa spalla dai marinai, scortato dai Carabinieri in alta uniforme e dai Cavalieri di Malta con i cilostri accesi.

     
Il rientro in Cattedrale è un momento da fiato in sospeso, con la scalinata da salire e per via che lo spazio fra le sandaline dove far passare i Cristi non è poi molto. I marinai con l'arca preferisco salire i gradini di corsa.
Dopo una breve permaneza in chiesa, l'arca tornerà nel Museo del Duomo.
Da noi feste particolari non ce ne sono, ma nelle nostre chiese San Giovanni è comunque presente negli affreschi riprodotti sopra; quello a destra del testo in corsivo si trova in fondo alla chiesa parrocchiale Santi Giacomo e Filippo presso il Fonte Battesimale, quello a sinistra è nella chiesetta di Sant'Apollinare.
Una curiosità ce la fornisce il registro dei Battesimi della Parrocchia di Cornaredo: il primo bambino ad esservi registrato - nel lontano 21 luglio 1565 - fu battezzato Gio Baptista (assieme ad una femminuccia, chiamata Maria); sono passati quattrocento­cinquanta­nove anni. La Parrocchia aveva preso avvio appena sei giorni prima (non molto dopo la conclusione del Concilio di Trento) e all'epoca comprendeva anche San Pietro.

Ad Ain Karem, un sobborgo poco distante dalla Città Vecchia di Gerusalemme, sorge una della tante chiese intitolate al Battista. Questa è un po' particolare perché i Francescani (Custodia di Terra Santa) l'hanno edificata nel luogo ove si ritiene esservi stata la casa di Elisabetta e Zaccaria, quindi casa natale del Battista.
(le immagini sottostanti possono essere ingrandite con un clic - un nuovo clic le richiude)

italiano e spagnolo

lussemburghese e ucraino
Il muro di cinta è ricoperto con il canto di ringraziamento che Zaccaria pronunciò quando nacque il figlio Giovanni, il Benedictus in ventiquattro lingue, su piastrelle di maiolica (ce ne parla il Vangelo di Luca).

(a fianco il testo italiano, leggibile, se ingrandisci l'immagine)


LE IMMAGINI accanto al titolo:
  • a sinistra: Battesimo nel Giordano, olio su tela di Janez Wolf, Narodni Galeriji, Lubiana (Slovenia)
  • a destra: icona della chiesa di San Giovanni ad Ain Karem, presso Gerusalemme, nel luogo ove si ritiene fosse la casa di Zaccaria ed Elisabetta (e quindi natale del Battista e luogo della Visitazione)


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    agosto 2019  (pag. 3021) - invio alla redazione di segnalazioni su questa pagina -
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