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Santa Caterina
d'Alessandria
vergine e martire
- memoria: 25 novembre -
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Santa Caterina d’Alessandria è raffigurata nell’oratorio di Sant’Apollinare a Cornaredo, all’epoca intitolato a Santa Maria.
La figura della santa appare dipinta a destra di un’ampia composizione di inizio Quattrocento, di cui riaffiorano dagli intonaci le figure dei santi Antonio abate e Giovanni Battista a lato di un’edicola dipinta a timpano, a fianco della quale campeggiava, in alto, lo stemma dei Balbi riportato alla luce da Gabriella Mantovani ed entro la quale appariva, secondo quanto testimoniano le fonti, la figura di un Sant’Ambrogio probabilmente in cattedra.
La committenza di questo affresco si orienterebbe verso i due fratelli Antonio (luogotenente di Ugolino Crivelli) e Giovanni Balbi, figli di Anoardo e nipoti di Ambrogio, loro zio.
La Santa Caterina, opera da relazionarsi forse alla figura della nobile Caterina de Comite, andata sposa nel 1447 a Giovanni Balbi, figlio di Gottardo e nipote di Antonio (l’oratorio era all’epoca patronato dei Balbi), spicca per la qualità formale tornita ed elegantissima della figura che regge con garbo la bella palma fruttata.
È infatti raffigurata in eleganti abiti contemporanei: una pellanda di velluto rosso con maniche di pelliccia e una veste verde (similmente alla Santa Caterina d’Alessandria dell’affresco votivo in Santa Maria del Monte sopra Varese).
Con la mano destra regge la palma del martirio e con la sinistra, stesa lungo il fianco, probabilmente sosteneva la ruota. In capo ha una preziosa corona gigliata.
La bellissima Santa Caterina in Sant’Apollinare a Cornaredo, fu realizzata da uno Zavattari operoso nella cappella di Teodolinda nel duomo di Monza.
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maggio 2017 (pag. 3146) |
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