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San Cristoforo
martire
(ricorrenza: 25 luglio)
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Di San Cristoforo sappiamo pochino, come spesso accade per chi è vissuto in epoche così lontane, quando ancora non c'erano i mezzi che ci sono ora per annotare quello che succede
e manco se ne sentiva la necessità; e del resto l'analfabetismo era regola.
Il testo più antico che parla di Cristoforo risale al secolo VIII e riporta taluni episodi che sembrano talmente fantastici che certi critici hanno dubitato dell'esistenza stessa di questo martire.
Ci aiuta un'iscrizione che dovrebbe risalire a ben millecinquecentosettantadue anni fa
(anno 452) e che fu scoperta presso Nicomedia, iscrizione nella quale già in quel
tempo si faceva cenno ad una basilica che da quelle parti era stata
dedicata appunto a Cristoforo.
Nicomedia può essere identificata con l'odierna città turca di Izmit, non lontano dalla sponda asiatica del Bosforo, mentre la basilica viene localizzata in Bitinia,
vecchio nome della regione anch'essa a ridosso del Bosforo.
Nel più antico martirologio della chiesa occidentale, risalente a qualche cosa come al V secolo, è presente la festa di San Cristoforo collocata al 25 luglio.
Si tratta del Martirologio Geronimiano, a suo tempo attribuito a San Gerolamo ma attribuibile piuttosto ad un anonimo di quell'epoca che aveva pescato informazioni anche da altri
documenti precedenti, compreso uno forse redatto in queste terre. Il "forse" è sempre d'obbligo,
quando si tratta di argomenti così lontani nel tempo.
Un altro "segnale" ci viene dagli atti del Concilio di Costantinopoli
(anno 381): fra i firmatari vi fu un certo Fotino "del monastero di San Cristoforo".
Per le nostre considerazioni poco importano le vicende di questo Fotino,
tuttavia la semplice sua appartenenza al monastero intitolato a San
Cristoforo è sufficiente per dimostrarci l'esistenza di quest'ultimo. E anche San Gregorio Magno
papa, in uno dei suoi tanti scritti, parlò di un monastero in onore di questo martire, a Taormina.
Saranno forse testimonianze sommarie, certamente indirette, ma altrettanto certamente ci dimostrano l'esistenza storica di questo martire orientale,
che secondo il Martirologio Geronimiano citato dianzi fu ucciso
nel 250 durante la persecuzione dell'imperatore romano Decio.
Le persecuzioni dei Cristiani rimasero una costante nei primi secoli dopo Cristo fino all'anno 313 quando l'imperatore Costantino con l'Editto di Milano concesse la libertà di culto (dopo la famosa visione di
"in hoc signo vinces"
avvenuta prima della battaglia di Ponte Milvio).
E intanto Cristoforo fu uno dei santi più venerati durante il Medioevo, quando furono intitolate a lui molte chiese e molti monasteri nonché istituzioni sorte in aiuto dei viaggiatori. Infatti Cristoforo veniva in particolare venerato proprio da pellegrini ed
in genere da chi viaggiava.
Naturalmente si raccontavano molte cose, anche straordinarie, cui possiamo riferirci solo tenendo
a mente che si tratta di tradizioni consolidate ma non documentate.
Secondo certi racconti orientali Cristoforo era un guerriero appartenente a una rozza tribù;
dopo essere entrato nell'esercito imperiale non solo si convertì al Cristianesimo ma fece un'intensa e proficua propaganda
religiosa fra i commilitoni. Denunziato, fu sottoposto a molti supplizi, fra cui il tentativo di corruzione di due donne che furono invece da lui convertite
anch'esse.
Si tratta di Niceta e Aquilina, citate quali martiri dal Martirologio Romano che colloca la loro memoria al 24 luglio; nel vecchio calendario orientale venivano addirittura accumunate a San Cristoforo il 9 maggio.
Ma il racconto più noto è quello
di Jacopo da Varagine nella sua Legenda Aurea: Cristoforo era un giovane gigante che voleva servire il signore più potente, quindi passò da un re ad un imperatore e quindi al demonio, ma qui apprese che era Cristo il "più forte" e decise quindi di servire Lui, innanzitutto convertendosi al Cristianesimo. Avendo imparato i precetti della carità volle mettersi al servizio degli altri. Andò ad abitare presso un fiume per aiutare i viaggiatori ad attraversarlo. Una notte fu svegliato da un bambino che gli chiese di aiutarlo
a raggiungere la sponda opposta; Cristoforo
prese il bimbo sulle spalle ed entrò nel fiume, ma più avanzava, più il
bambino diventava pesante tanto che stentò ad attraversare il guado
malgrado si aiutasse con il suo bastone. Quando furono finalmente
arrivati dall'altra parte il bambino
si rivelò come Cristo e gli profetizzò il martirio a breve; gli
disse anche di piantare il bastone per terra e da questo all’improvviso
germogliò un albero che diede frutti simili a datteri.
Jacopo da Varagine (Varazze) era un frate
domenicano, vescovo di Genova e ora Beato. La sua Legenda Aurea è una raccolta di vite di Santi scritta in latino nel XIII
secolo, che ha sempre avuto influenza sulla letteratura religiosa e che
è stata di aiuto per molti artisti.
Cristoforo andò poi a predicare in Licia dove subì il martirio;
fu bersagliato da quaranta arcieri ma le loro loro frecce tornarono
indietro. Una di queste ferì ad un occhio il re pagano che aveva
ordinato l'uccisione di Cristoforo il quale suggerì di medicarlo con alcune gocce del suo sangue. L'ingrato re lo fece decapitare
ma grazie al sangue di Cristoforo guarì davvero, poi si convertì al cristianesimo e fece onorare
la sua vittima come
Santo.
La Licia è una regione nella parte meridionale dell'Asia Minore, nella odierna provincia turca dell'Antalia.
Forse la storia è nata semplicemente per via del nome: Cristoforo significa
"portatore di Cristo". Forse l'iconografia che lo vuole (tuttora) rappresentato con Gesù Bambino in spalla è anteriore agli scritti di Jacopo da Varagine. Ma tutto sommato non è così importante.
Il culto del Santo è sempre stato notevole nel Medioevo, quando veniva invocato anche contro le pestilenze e non solo a protezione dei viaggiatori; non è diminuito neppure quando il suo nome è scomparso dal calendario ufficiale,
al 25 luglio (per via che non è nota la data della sua morte, solitamente assunta quale giorno per la memoria dei Santi) ed è ancora viva la tradizione che lo vuole rappresentato in immagini
e piccoli accessori presenti su veicoli a protezione dei viaggiatori.
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Nel mese di luglio in molti luoghi è ancora viva la tradizione di benedire gli automezzi
con relativi conducenti e passeggeri, successori naturali degli antichi viandanti
e pellegrini (e portalettere, facchini, scaricatori).
Diverse manifestazioni qua e là per il mondo sono legate alla
memoria di Cristoforo, come a Barga (Lucca) dove viene disputato
ogni anno - attorno al 25 luglio - il "Palio di San Cristoforo", un
tuffo nel Medioevo con al centro una competizione fra Compagnie di
Balestrieri toscane.
La chiesa di San Cristoforo sul Naviglio |
giugno 2016 (pag. 3020) |
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