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Santi
Giacomo e Filippo
apostoli
(festa: 3 maggio)
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Gli apostoli Filippo e Giacomo "il minore" vengono ricordati lo
stesso giorno perché le loro reliquie furono deposte insieme nella basilica dei Santi XII Apostoli a Roma. Giacomo figlio di Alfeo è detto "il minore" perché più
piccolo di statura di Giacomo figlio di Zebedeo (e fratello di Giovanni Evangelista) detto "il maggiore".
L’unica notizia certa che abbiamo di lui è che fu apostolo del Signore, come
il "maggiore"; per il resto dobbiamo attingere a tradizioni difficilmente
comprovabili.
Dal "maggiore" prendono il nome - fra l'altro - Santiago de Compostela, in Spagna,
e Santiago del Cile; da noi è conosciuto anche come San Jacopo e come tale
patrono di diverse località italiane (Pistoia la più nota).
Giacomo (minore) da taluno viene chiamato "fratello di Gesù" del quale era comunque parente;
secondo alcuni, l’apostolo Giacomo sarebbe quel cugino di Gesù di cui parla
Matteo (13, 55). Chiamato anche "Giusto" per la sua integrità, si dice che
abbia avuto un notevole peso al Concilio di Gerusalemme assieme a Paolo.
Per Concilio di Gerusalemme si intende una importante riunione
(anno 50 o giù di lì) presieduta da Pietro durante la quale fu dibattuto lo
spinoso problema dei "gentili" (i non Ebrei) convertiti ed in particolare se
si dovesse pretendere da questi l'adesione alla legge mosaica. Si può dire
che è da qui che la Chiesa cristiana si è svincolata dalla matrice giudaica.
Dopo la partenza di Pietro, Giacomo avrebbe
avuto un ruolo distinto nella primitiva comunità di Gerusalemme, tanto che per lui
si ricorre anche alla semplicistica definizione di "primo vescovo di Gerusalemme".
Porta il suo nome la prima delle lettere apostoliche del Nuovo Testamento sulla preghiera, la speranza, la carità e soprattutto sul dovere della giustizia; una sorta di prima enciclica, insomma, indirizzata ai cristiani di origine ebraica fuori dalla Palestina.
La tradizione dice che Giacomo venne ucciso nell'anno 62, si racconta per una sommossa
istigata contro di lui dal Sommo Sacerdote del Sinedrio, Hanan, durante la quale fu fatto precipitare dalle mura del Tempio e poi finito a colpi di bastone.
Il Sinedrio di Gerusalemme era l'organo preposto alla gestione della giustizia (lo stesso "tribunale" davanti al quale fu condotto Gesù);
era composto da 70 membri oltre al Sommo Sacerdote e la sua istituzione viene da taluno fatta risalire a Mosè o comunque alla sua epoca.
Nel corso del tempo i suoi poteri e funzioni hanno subito alcune modifiche.
Croce-reliquiario a teche della nostra Parrocchia dei Santi Giacomo e
Filippo.
Le piccole teche custodiscono reliquie di numerosi santi, fra i quali anche San Giacomo il minore e San Filippo. La croce è il più antico arredo della Parrocchia; è infatti presente dal 1637 (cioè da trecentoottantasette anni!) e viene esposta solo in alcune occasioni. Accanto al titolo sono i due busti-reliquiari dei due Santi, anch'essi esposti solo in talune occasioni. Filippo, pescatore di Betsaida, in Galilea, fu fra i primi ad essere chiamato da Gesù vicino a sé; conosciamo la sua immediata risposta alla chiamata di Gesù dall’entusiasmo
con il quale comunica subito l’incontro a Natanaele: "Vieni e vedi" lo
invita, rispondendo alla sua incredula reazione (Gv 1, 43 ss.). Giovanni lo
cita in diversi episodi: prima della moltiplicazione dei pani, quando Gesù
"per metterlo alla prova" chiede a Filippo dove poter provvedere il pane per
sfamare tanta gente (Gv 6, 5-6). Dopo l’ingresso di Gesù a Gerusalemme è
a Filippo che si rivolgono alcuni greci che vogliono vedere Gesù (Gv 12,
20-22) ed è Filippo stesso che durante l’Ultima Cena chiede al Maestro di
mostrare loro il Padre (Gv 14, 8) a testimonianza che solo per il dono dello
Spirito dopo la Risurrezione gli apostoli comprenderanno la verità di Gesù,
Cristo, Figlio di Dio e la missione loro affidata.
Le altre notizie che si hanno di Filippo sono leggendarie. È
comunque probabile che, dopo la Pentecoste, Filippo abbia attraversato
l’Asia Minore spingendosi fino alla Scizia (dalle parti dell’attuale
Ucraina) e poi nella Frigia (nell'attuale Turchia asiatica), nella cui
capitale, Gerapoli, sarebbe stato martirizzato su una croce decussata, cioè
a forma di X e con la testa all’ingiù. Dopo diverse vicende le sue reliquie
sarebbero state trasportate a Roma e sepolte nella basilica dei Dodici
Apostoli.
Fra le rovine di Gerapoli (o Hierapolis), presso l'attuale Pamukkale (circa 200km ad est di Smirne, in Turchia), sorgono i resti del Martyrion di San Filippo complesso costruito
nel V secolo sulla presunta tomba dell'Apostolo. Scavi recenti (italiani)
hanno riportato alla luce quanto consente di ricostruire l'intero complesso
sorto attorno alla tomba (da ritenere ormai accertata), complesso che fu per molto tempo mèta di
pellegrinaggi che dovevano essere molto numerosi, a giudicare da quanto
risultano consumati alcuni punti di passaggio. Il direttore dei lavori,
prof. Francesco D'Andria, nel 2011 ha redatto una bella relazione. [vedi]
La Basilica "minore" intitolata ai Santi XII Apostoli si trova nell'omonima piazza
(quasi: sulla targa civica il "XII" non c'è) in pieno centro
di Roma, a due passi da piazza Venezia.
La struttura originaria della chiesa risale al VI secolo, fatta
costruire da papa Pelagio I (anni 555-566) destinata a commemorare la
vittoria di Narsete sui Goti di Totila i quali avevano assediato e occupato
Roma nel 547; Pelagio intitolò la nuova chiesa proprio ai Santi Filippo e
Giacomo.
Distrutta da un terremoto, venne fatta riedificare nel XV secolo da
papa Martino V
(Colonna)
nel quadro di un vasto programma di ricostruzione di chiese in Roma e in concomitanza con la costruzione dell'adiacente palazzo della
sua famiglia; in questa occasione venne anche l'intitolazione ai Santi XII Apostoli che mantiene tuttora.
Dal '600 le statue degli Apostoli sovrastano - con quella del Cristo - il
portico sorto innanzi alla facciata della basilica.
Tra i molteplici interventi, drastico fu quello voluto da Clemente XI all'inizio del '700, che comportò il rifacimento di tutto l'interno.
Molteplici le opere d'arte; da segnalare l'enorme quadro dell'abside, raffigurante il Martirio degli Apostoli Filippo e Giacomo (Domenico Muratori, 1704) che è il quadro d'altare più grande di Roma.
Giusta per "completezza turistica" aggiungiamo che lì vicino c'è anche il sepolcro di Michelangelo Buonarroti, che però è vuoto per via che il corpo dell'artista fu sottratto da qui per essere portato in Santa Croce a Firenze.
Per capire l'utilizzo del termine "fratello" in quel tempo ci aiuta anche l'evangelista Marco che racconta della gente che diceva di Gesù "Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone?" (Mc 6,3)
Mera curiosità: in provincia di Sondrio (verso lo Spluga) c'è un piccolo Comune che si chiama San Giacomo Filippo (i
cui Santi Patroni sono... i "nostri" Giacomo e Filippo); nel suo territorio si trova il bel Santuario di Gallivaggio, intitolato all'Apparizione di Maria Vergine, che in effetti qui si rivelò a due ragazzine che
stavano cercando castagne, il 10 ottobre 1492 (il masso su cui Maria poggiò i piedi è custodito sotto l'altare maggiore). Assiduo frequentatore del Santuario fu anche don Luigi Guanella (Santo), che era di quelle parti.
In Terra Santa: Betsaida (anche Betseda, "casa della pesca") era un villaggio di pescatori sulla sponda nordest del Lago di Tiberiade (o Mare di Galilea o Lago di Genesaret, tuttora pescosissimo),
luogo natale degli apostoli Pietro e Andrea, oltre che di Filippo. Scavi recentissimi (dopo il 2010) hanno portato alla luce
resti che sembrano importanti (anche la casa di Pietro e Andrea?). Non troppo lontano viene collocato il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci (Tabgha). Il nome “romano” fu
poi Giulia (scelto da Erode il Grande).
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marzo 2009 (pag. 3012) |
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gr. 3741 |