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San Massimiliano Maria Kolbe
"padre Massimiliano"
sacerdote e martire
- memoria per la Chiesa Ambrosiana: 17 agosto -
(altrove: 14 agosto) |
Massimiliano Maria Kolbe nacque l'8 gennaio 1894 a
Zdunska-Wola nella Polonia centrale (voivodato di Łódź, terra polacca all'epoca facente parte
della Russia). I genitori, modesti tessitori e buoni cristiani, lo battezzarono lo stesso giorno
con il nome di Raimondo; quasi subito si trasferirono nella non lontana Pabianice
dove il piccolo Raimondo frequentò le scuole primarie.
Il voivodato è una suddivisione amministrativa polacca paragonabile alla nostra regione; vocabolo antico, in passato
aveva un significato diverso ed è stato usato anche altrove.
Ben presto Raimondo sentì la vocazione sacerdotale e nel 1907 (a 13
anni) fu accolto nel Seminario dei Frati Minori Conventuali (francescani) di Leopoli
dove compì gli studi secondari e, compreso che la sua vocazione lo
chiamava verso l'Ordine Francescano, iniziò il noviziato (4 settembre
1910).
Quella che qui noi chiamiamo Leopoli all'epoca si chiamava
Lemberg e faceva parte dell'Impero d'Austria; storicamente polacca, la
città tornò alla Polonia nel 1919
e dopo una parentesi tedesca durante la guerra è ora parte dell'Ucraina
con il nome di Lviv (Львів).
Nel 1912 si trasferì a Roma ove rimase fino al 1919
completando la sua preparazione presso
il Collegio Serafico Internazionale dell'Ordine. Emise la professione solenne il 1° novembre 1914 con
il nome
di Massimiliano Maria e fu ordinato sacerdote il 28 aprile 1918. In quel
periodo si laureò in filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana
(1915) e in teologia presso il Collegio Serafico Francescano (1919),
tuttavia si
interessava anche di fisica, chimica e matematica. Negli studi metteva un
grande interesse e dimostrava un acume eccezionale; si racconta che un
suo professore lo definisse "uno che, più vai avanti, più ti assedia con
un’infinità di domande". A queste doti univa un carattere molto
socievole che favoriva i contatti personali e che poi lo aiutò a
coagulare attorno a sé moltissimi collaboratori-seguaci.
Si sentiva fortemente inserito nella vita della Chiesa e in
quella dell'Ordine Francescano, preso dal desiderio di operare alla
difesa del Regno di Dio con l'aiuto della Vergine Maria e dal desiderio
di impegnarsi con i confratelli al servizio della Madre di Dio, che
sintetizzava nel motto "Rinnovare ogni cosa in Cristo attraverso
l'Immacolata".
In questa ottica il 16 ottobre 1917 dette vita alla "Milizia
di Maria Immacolata", con l'obiettivo di diffondere nel mondo la
devozione a Maria, utilizzando anche gli strumenti dalla
tecnologia moderna, quali la stampa e successivamente anche la radio e il
cinema (ai suoi tempi la televisione non c'era ma possiamo esser certi
che se ci fosse stata ci si sarebbe buttato a capofitto, così come
sicuramente avrebbe sfruttato appieno le possibilità ora offerte dalla rete
internet). Conseguì
personalmente anche la patente di radioamatore (con l'indicativo "SP3RN")
e per ciò i radioamatori lo sceglieranno come loro santo protettore.
Rientrato in Polonia dopo il soggiorno romano, malgrado
alcune prolungate degenze nel sanatorio di Zakopane (sui monti Tatra, nel
sud del Paese), spinse per dare corpo alla "Milizia" con il consenso
dell'Arcivescovo di Cracovia; nel 1922 riuscì a dar vita al mensile Rycerz Niepokalanej (ovvero
Il Cavaliere dell'Immacolata) mentre il suo movimento raccoglieva
adesioni in molte nazioni sia fra i religiosi sia fra i laici. Intanto
ottenne di poter realizzare un centro editoriale autonomo nel Convento di Grodno
(all'epoca in Polonia, attualmente parte della Bielorussia con il nome di
Hrodna - Гро́дна - dopo essere
stata bistrattata da diversi "padroni").
lo scopo del Rycerz Niepokalanej non era solo quello di approfondire e rafforzare la Fede ma altresì di impegnarsi nell'opera di conversione per i lontani dalla
Chiesa. Il tono della rivista era amichevole verso tutti, senza badare alle diversità di fede e di nazionalità.
Padre Massimiliano accarezzava un grande nuovo progetto cui dette inizio nel 1927. Si trattava di un convento-città che
poi sorse a Teresin su un terreno donato dal conte Lubecki, nei pressi di Varsavia, e che si chiamò Niepokalanów ovvero Città dell'Immacolata,
rinata dopo le vicissitudini della guerra e tuttora attiva. Vero che Niepokalanów
era una autentica comunità francescana con la preghiera e l'apostolato prima di tutto, ma la nuova comunità
era anche un attivo e produttivo centro editoriale che intendeva utilizzare ogni mezzo di comunicazione sociale per l'incremento del Regno di Cristo e la diffusione della devozione alla Vergine Maria. In due parole: centro vocazionale francescano e centro editoriale (non solo per il "Cavaliere" ma anche per
una decina di altre pubblicazioni).
I frati erano poverissimi, ma la struttura di Niepokalanów
poté disporre di tutti gli strumenti della più moderna editoria ("...conducendo una vita
nella più estrema povertà, noi utilizzeremo mezzi modernissimi...").
E non si scherzava nemmeno quanto a preparazione del "personale"; fra i
religiosi vi erano tutte le figure professionali necessarie e tutte con
un
ottimo livello di specializzazione.
Lo spirito missionario di Padre Massimiliano lo spinse verso l'Estremo Oriente, in Giappone, dove - a Nagasaki - riuscì a pubblicare
Il Cavaliere dell'Immacolata in lingua giapponese (raggiunse una tiratura di 50mila copie). Alla periferia della città costruì perfino un nuovo convento-città che chiamò Mugenzai no Sono (ovvero Giardino dell'Immacolata, sulle pendici del monte Hicosan). Il vescovo locale riconobbe alla nuova redazione il merito di corrispondere alla mentalità dei Giapponesi (e infatti i risultati si videro).
Nel 1936 Padre Kolbe dovette tornare in Polonia per occuparsi ancora di Niepokalanów che in quegli anni raggiunse il massimo sviluppo
diventando il maggiore centro editoriale della Polonia (circa 800 frati e tiratura del "Cavaliere" a 750mila copie, con punte di un milione; oltre ad altre corpose pubblicazioni fra cui Piccolo Giornale, quotidiano con tiratura da 130mila
copie che nei giorni festivi diventavano 250mila).
Ma il mondo stava per essere sconvolto dalla guerra, proprio a partire dal Paese
di Padre Kolbe che nel settembre 1939 fu occupato dalle truppe tedesche
con un regime oppressivo e brutale; la persecuzione colpì anche Niepokalanów dove non rimasero
che una quarantina di frati mentre gli altri si sparsero per il mondo con
le raccomandazioni di Massimiliano. Nel convento furono accolti profughi, feriti, affamati, sia che
essi fossero cristiani o ebrei, ai quali fu offerto conforto spirituale e materiale; si
stimano circa 3000/3500 persone, ma la cosa non poté durare che qualche mese.
La Polizia nazista arrestò padre Kolbe e una quarantina di frati di Niepokalanów
sin dal 19 settembre 1939, appena diciannove giorni dall'inizio dell'invasione della Polonia; i religiosi furono imprigionati
dapprima a Lamsdorf e subito dopo nel campo di concentramento
preventivo di Amtitz (Stalag III B) ed infine a Schildberg (Stalag XXI-A). I frati, animati da padre Massimiliano, riuscirono a trasformare
anche la prigionia in una missione di testimonianza fino a che - l'8 dicembre - furono lasciati liberi di tornare a Niepokalanów dove riuscirono a riprendere una parte delle loro attività.
Lamsdorf, all'epoca territorio tedesco, in seguito alla modifica dei confini si trova ora in Polonia con il nome di Łambinowice (presso il confine con la Slovacchia).
Anche il villaggio di Amtitz, all'epoca in Germania, è divenuto polacco con il nome di Gębice (presso il confine con la Germania). Schildberg, anch'esso villaggio ex tedesco, si trova ora in Polonia nella zona di Wrocław e si chiama Ostrzeszów (pron. ost-scèsciof) Ma Niepokalanów dava troppo fastidio agli occupanti sicché la Gestapo prese di mira Padre Massimiliano che fu
nuovamente arrestato (17 febbraio 1941) e rinchiuso nel carcere di Pawiak,
a Varsavia, dove subì le prime torture; poi il 28 maggio fu trasferito ai campi di concentramento di
Oświęcim, quelli che noi tristemente conosciamo con il nome tedesco di Auschwitz, ad una sessantina di chilometri da Cracovia.
Era diventato il prigioniero 16670.
Gestapo è l'abbreviazione di Geheime Staatspolizei
(Polizia segreta di Stato); polizia politica del regime
nazional-socialista germanico che operava senza limiti disposti per
legge, nei paesi occupati si interessava in particolare delle persone da
avviare ai campi di concentramento (oltre che "combattere le tendenze
pericolose per lo stato"). Il quartier generale in Polonia era stabilito
proprio presso il complesso del grande carcere di Pawiak.
Come nella prima prigionia, anche in questa terribile di Auschwitz Padre Massimiliano fu testimone della Fede, religioso francescano testimone evangelico di carità e messaggero di pace e di bene per i fratelli. Pregava e guidava la preghiera dei compagni di sventura, assolveva i peccatori, infondeva la speranza.
Compì l'estremo sacrificio in occasione di una rappresaglia degli aguzzini che in seguito alla fuga di un prigioniero ne condannarono altri dieci dello stesso
blocco del fuggitivo
a morire di fame e di sete. Il Padre non era stato scelto nel gruppo dei
dieci condannati ma chiese di sostituirvi un padre di famiglia, Franciszek Gajowniczek.
Franciszek Gajowniczek era un sergente dell'esercito polacco
imprigionato perché aveva aiutato degli Ebrei. Sopravvissuto all'inferno
di Auschwitz, è stato ospite alle celebrazioni per la beatificazione e
per la canonizzazione del suo benefattore. È morto nel 1995.
Anche nel blocco della morte Massimiliano fu
guida spirituale per gli altri disgraziati; dopo dieci giorni di
supplizio lui ed altri tre erano ancora in vita e allora gli aguzzini del campo li uccisero
con una iniezione di acido fenico (un derivato del benzene) e ne
cremarono i corpi. Era il 14
agosto 1941, vigilia della festa di Maria Assunta; padre Kolbe aveva 47
anni.
Il 17 ottobre 1971 papa Paolo VI ha proclamato Beato padre
Massimiliano Maria Kolbe; il 10 ottobre 1982 è stato papa Giovanni Paolo II che lo ha proclamato Santo e Martire. La sua memoria è fissata al 14 di agosto,
tuttavia per la Chiesa Ambrosiana si rinvia al 17 agosto perché da sempre
il 14 agosto si ricorda San Simpliciano, vescovo di Milano designato da Sant'Ambrogio
a succedergli.
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A Niepokalanów sorge ora un Santuario dedicato all'Immacolata, mèta di molti pellegrinaggi anche dall'estero, soprattutto dopo la visita che papa Giovanni Paolo II fece il 18 giugno 1983, durante il suo secondo viaggio pastorale in Polonia.
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Il culto di Padre Kolbe è recentissimo (abbiamo detto che è stato canonizzato oltre quarantadue anni fa), tuttavia già esistono diverse Parrocchie intitolate al suo nome. Per mera curiosità vediamo
le relative chiese parrocchiali di Jesi, Varese e Bergamo.
(Nota - per alcuni nomi si è cercato di indicare la pronuncia, ma ovviamente si tratta di una indicazione approssimativa)
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agosto 2012 (pag. 3034) |
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