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San Lorenzo
diacono e martire
- festa: 10 agosto -
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Della vita di San Lorenzo non sappiamo molto, benché sia
sempre stato oggetto di una notevole devozione popolare;
ma questo è logico se pensiamo che visse nei primi secoli dopo Cristo quando non c'erano né gli strumenti né le abitudini che ci sono ora
per registrare gli avvenimenti.
Sappiamo comunque che nacque nell'anno 225 in un villaggio spagnolo ai piedi dei Pirenei che corrisponde più o meno all'odierna Huesca (all'epoca: Osca).
A Saragozza, dove era stato inviato ancora giovane per completare i suoi studi teologici e umanistici, conobbe il futuro papa Sisto II che lì insegnava e che lo prese a benvolere.
Entrambi furono poi a Roma, e quando Sisto divenne Papa volle Lorenzo come suo arcidiacono, con l'incarico di occuparsi delle attività caritative della Diocesi di Roma. Era l'anno 257 (millesettecentosessantasette anni fa).
Appena l'anno successivo l'imperatore Valeriano ordinò l'uccisione di tutti i Vescovi, Presbiteri e Diaconi. Papa Sisto II e sei dei suoi sette diaconi furono presi il 6 agosto e decapitati; a Lorenzo, il settimo diacono, i persecutori concessero un po' di tempo, ingiungendogli di consegnare i beni di quella che era la Chiesa del tempo, ritenendo forse che si trattasse di grandi cose.
Lorenzo invece distribuì tutto quello che c'era ai poveri e solo dopo si presentò agli aguzzini
ai quali indicò i poveri che lo avevano seguito dicendo "Ecco, i tesori della Chiesa sono questi".
a sinistra: Bernardo Strozzi San Lorenzo distribuisce gli arredi - Galleria Nazionale d'Arte Antica, Roma a destra: Tintoretto Il martirio di San Lorenzo - Christ Church Picture Gallery, Oxford Fu quindi messo a morte, bruciato vivo sopra una graticola posta su carboni ardenti.
Il fatto è riportato anche da Sant'Ambrogio (De Officiis ministrorum) il quale aggiunge come Lorenzo avesse deriso i suoi stessi carnefici dicendo loro: "Assum est,... versa et manduca ("Sono cotto da questa parte, girami e mangiami").
(Sant'Ambrogio è vissuto appena poco più di un secolo dopo San Lorenzo...)
Pietro da Cortona Martirio di San Lorenzo - cappella Franceschi nella chiesa dei San Michele e Gaetano, Firenze
Questa descrizione viene posta in dubbio da alcuni storici moderni, per via che l'imperatore Valeriano non avrebbe ordinato torture
- come la graticola - ma avrebbe semplicemente ordinato l'uccisione dei perseguitati;
secondo questi storici quindi San Lorenzo sarebbe stato più probabilmente decapitato come Sisto II e gli altri martiri.
Ma non può essere escluso un "trattamento speciale"
riservato al diacono-tesoriere che aveva sbeffeggiato i suoi aguzzini con la faccenda dei beni che aveva distribuito ai poveri invece di consegnarli a loro; e infatti la tradizione lo vuole generalmente raffigurato con la graticola,
che è un po' il suo simbolo, oppure mentre distribuisce il "tesoro" che era incaricato di amministrare.
Storicamente sappiamo che il supplizio per mezzo del fuoco fu inflitto, sempre sotto Valeriano, a san Fruttuoso e ai diaconi Eulogio e Augurio a Tarragona.
Nella Basilica romana di San Lorenzo in Lucina è conservata la graticola che si vuole essere stata utilizzata per il martirio di Lorenzo. La sua memoria è fissata al 10 agosto, giorno del martirio.
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San Lorenzo è il terzo patrono di Roma, con Pietro e Paolo; fra le molte altre località che
lo hanno quale patrono citiamo Abano Terme, Alba, Cavour, Cogoleto, Collegno, Cortemaggiore, Grosseto,
Leinì, Livorno Ferraris, Lugano, Mandello del Lario, Manerbio, Montevarchi, Mortara, Olgiate Olona, Perugia, Seravezza,
Tivoli, Viterbo e naturalmente numerosi luoghi che hanno "San Lorenzo" addirittura nel nome, come Borgo San Lorenzo, nell'Appennino fiorentino.
Numerose anche le Cattedrali: citiamo Genova, Lugano,
Perugia, Trapani e Grosseto. Fra le basiliche citiamo quella di Firenze,
Milano (le colonne...) e Napoli. A Roma sono ben trentaquattro le chiese
e cappelle dedicate a San Lorenzo, fra le quali cinque Basiliche: San Lorenzo fuori le mura (nel luogo in cui fu sepolto e nella cui cripta è esposta una pietra sulla quale sarebbe stato appoggiato il corpo dopo il martirio), San Lorenzo in Miranda (nel luogo in cui sarebbe stato condannato), San Lorenzo in Lucina (ove si conserva la graticola), San Lorenzo in Damaso, San Lorenzo in Panisperna (nel luogo del martirio).
Cattedrale di Genova (San Lorenzo) - lunetta della porta centrale, con l'immagine
del martirio
L'origine di quest'ultima è anch'essa contestata dagli storici moderni; secondo la tradizione sarebbe stato l'imperatore Costantino a volere che sul luogo del martirio sorgesse un oratorio (inteso come luogo di preghiera, dal latino
orare=pregare; cioè una piccola chiesa). Certo è che nel IX secolo fu papa Formoso
a voler edificare una chiesa, inizialmente definita
San Lorenzo in Formosa dal suo
nome (l'omonima isola asiatica proprio non c'entra); attorno all'anno mille i Benedettini vi costruirono
a fianco un loro monastero, che all'inizio del XIV secolo fu ceduto alle Clarisse (le Francescane di Santa Chiara).
La chiesa fu totalmente ricostruita fra il 1565 e il 1574. Il monastero
invece nel 1873 fu espropriato dal Regno d'Italia; vi furono sistemate
alcune strutture delle facoltà scientifiche dell’Università di Roma, in
una delle quali operarono i membri del c.d.
gruppo dì via Panisperna, tra cui
i grandi fisici
Enrico Fermi ed Ettore Majorana. Nella chiesa ora officia il
Cappellano della Polizia di Stato (il Ministero dell'Interno è proprio a due passi).
Curiosa l'origine del nome
"panisperna" che
deriverebbe dalla distribuzione di "pane e perna", cioè pane e prosciutto,
che vi avveniva il
10 agosto (originariamente da parte delle Clarisse, più di recente dai Padri
Francescani) per ricordare le distribuzioni
ai poveri del santo celebrato in quel giorno, tradizione conservata fin
verso la fine del secolo scorso.
In occasione della ricorrenza del 10 agosto, il capo
del Santo viene esposto alla venerazione dei fedeli nella chiesa di
Sant'Anna in Vaticano.
Nella città natale di Huesta, in Aragona, fanno festa per una settimana intera in onore del Santo-concittadino con eventi di tutti i generi non esclusa la jota per le strade (tipica danza a suon di nacchere) e manifestazioni taurine (siamo in Spagna, sicché...).
Il tutto con buona pace di coloro i quali mettono in dubbio che Lorenzo sia originario di quelle parti.
Evento tutto
speciale ad Amaseno, un paesino della
Ciociaria, nel Lazio meridionale. Secondo la tradizione un soldato romano raccolse con uno
straccio alcune gocce di sangue e di materie grasse mentre il Santo stava morendo
e lo portò in questo paese, che in passato si è chiamato
Castrum Sancti Laurentii de Valle e poi semplicemente
San Lorenzo (fino al 23 giugno 1872,
quando la figura del Santo scomparve anche dallo stemma comunale). Ora in una ampolla di vetro
custodita nella Collegiata di Santa Maria Assunta
(immagini a fianco) viene conservato un grosso grumo di sangue misto ad un residuo grasso con un lembo di pelle. Ogni anno tra l'8 e il 9 agosto il sangue si liquefa, per tornare a coagularsi dopo l'anniversario del martirio. Stando ad una bolla di papa Clemente XIII datata 1759 le prime liquefazioni risalgono agli anni attorno al 1600, ma la presenza della reliquia da quelle parti
è citata in documenti anche di sei secoli prima.
Discorso speciale lo meritano due grandi edifici: El
Escorial, presso Madrid, e la Certosa di Padula (dalle parti
di Salerno). Entrambe le costruzioni richiamano per la loro pianta la
graticola di San Lorenzo; entrambe sono state dichiarate patrimonio
dell'umanità dall'Unesco.
El Escorial, o, più propriamente, San Lorenzo de El Escorial,
fu voluto da Filippo II come residenza reale e pantheon dei re di Spagna,
ma è stato anche monastero e seminario e naturalmente comprende al centro
una chiesa con una grande cupola. È un complesso monumentale di 2000
stanze lungo 208 metri e largo 162, ricco di opere d'arte.
Anche il Comune nel quale si trova il grande
complesso si chiama San Lorenzo de El Escorial e nel suo stemma
figura - sembra scontato - la graticola.
Veduta aerea dell'Escorial, dall'inconfondimile pianta e il blasone del Comune
Quanto a dimensioni si difende bene anche la Certosa di
Padula, chiamata anche Certosa di San Lorenzo. Benché abbia "solo"
320 stanze, ha una superficie coperta di tre ettari; il chiostro
maggiore, circondato da 84 colonne, è il più grande al mondo (12000m²).
Costruita a partire dal 1306 ove sorgeva una'antica grancia anch'essa
intitolata a San Lorenso, oggi la Certosa ospita il Museo Archeologico provinciale della Lucania
Occidentale.
Le grance (o grange) erano strutture agricole inizialmente semplici magazzini, ma nel tempo divenute aziende agricole complesse, spesso di proprietà monastica.
E a casa nostra? C'è solo da citare una delle tante tradizioni
legate al mondo agricolo e ormai dimenticate: San Lorenzo, o, meglio, la
sua ricorrenza, era la scadenza entro la quale alcuni coloni agricoli dovevano
corrispondere ai proprietari un compenso in natura, che andava ad
aggiungersi al fitto per il fondo coltivato (fitto che scadeva per San
Martino, l'11 novembre). I coltivatori di fondi superiori a trenta
pertiche (circa due ettari) dovevano consegnare tre moggi di frumento
(circa 3,8 quintali) e cinque staia di segala (una settantina di chili).
Niente a che vedere con la vita del Santo ce l'hanno invece le
cosiddette Lacrime di San Lorenzo; si tratta semplicemente di "stelle cadenti", ovvero piccoli meteoriti che nel periodo fra il 17 luglio e il 24 agosto di ogni anno cadono verso la Terra quando questa attraversa lo sciame di detriti lasciati dalla cometa Swift-Tuttle.
Le strisce luminose prodotte dai meteoriti che bruciano al contatto con l'atmosfera sono ben
visibili soprattutto attorno al 12 agosto (ma in passato era proprio al giorno dieci, giustappunto per la
ricorrenza del Santo, cambiamento verificatosi nel tempo per via di un
certo spostamento dell'asse terrestre). Tradizionale anche il nome "Lacrime"; gli astronomi
le chiamano Perseidi (per via che
per una questione prospettica sembrano provenire dalla costellazione di Perseo).
Ma la tradizione popolare di certi luoghi vuol dire che si tratta delle
scintille sprigionate dalla brace del martirio.
Gian Lorenzo Bernini San Lorenzo sulla graticola - Galleria degli Uffizi, Firenze LE IMMAGINI accanto al titolo
A sinistra: Beato Angelico, San Lorenzo distribuisce le
elemosine, affresco nella Cappella Niccolina,
Palazzo Apostolico in Vaticano.
A destra: Juan de Miranda, San Lorenzo, chiesa Nuestra Señora de la Conception, Santa Cruz de Tenerife (isole Canarie). |
luglio 2013 (pag. 3024) |
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