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Parrocchia Santi Giacomo e Filippo in Cornaredo
Lettera di Papa Francesco per San Giovanni Maria Vianney



 
Lettera di Papa Fracesco ai sacerdoti
in occasione del 160° anniversario
della morte del Santo Curato di Ars
(2019)
- Jean-Marie Baptiste Vianney -
 


 cenni sul Santo Curato  

Con la lettera ai sacerdoti in occasione del 160° anniversario della morte del santo Curato d’Ars, modello di prete consumatosi nel servizio al popolo di Dio, Papa Francesco – che pure non si è certo tirato indietro di fronte al dovere della denuncia e del rimprovero, quando necessario – risponde ringraziando l’esercito silenzioso dei sacerdoti che non hanno tradito né la fede né la fiducia.
In questa lettera, firmata da San Giovanni in Laterano, sede del Vescovo di Roma, come a sottolineare di averla scritta proprio come pastore e Vescovo di Roma, il Papa manifesta vicinanza, incoraggiamento, sostegno, conforto a tutti i sacerdoti del mondo.
A quei preti che ogni giorno, spesso con fatica, sfidando la delusione e l’incomprensione, tengono aperte le chiese e celebrano i sacramenti.
A quei preti che vincendo la tristezza e l’abitudinarietà, continuano a mettersi in gioco nell’accogliere chi ha bisogno di una parola, di conforto, di accompagnamento.
A quei preti che quotidianamente visitano la loro gente, donandosi senza riserve, piangendo con chi è nel pianto e gioendo con chi è nella gioia.
A quei preti che vivono “in trincea”, che a volte rischiano la propria vita per essere vicini al loro popolo.
A quei preti che devono percorrere giorni e giorni di canoa per raggiungere qualche villaggio sperduto per andare a trovare le pecore isolate del loro gregge.
C’è una grandezza poco raccontata nella vita ordinaria della Chiesa.
Una grandezza capace di fare la storia anche se mai conquisterà le pagine dei manuali o le luci della ribalta. È la grandezza del servizio nel nascondimento, di chi si dona senza protagonismi, confidando soltanto nella grazia di Dio.
È la grandezza della vita regalata agli altri da quei preti «peccatori perdonati», come il Papa definisce anche sé stesso, che avendo sperimentato e continuando a sperimentare la misericordia, lasciano a Dio l’iniziativa e lo seguono nel servizio alle loro comunità.
C’era bisogno di una parola di incoraggiamento, di stima, di vicinanza.
C’era bisogno di un ringraziamento come quello contenuto nelle pagine della lettera papale. Perché il dolore provocato al corpo ecclesiale dalle infedeltà di pochi - come accaduto con la tremenda piaga degli abusi - non rischiasse di far dimenticare la fedeltà di molti, vissuta nonostante le tante fatiche e i limiti umani.
Per questo Papa Francesco ha voluto rendere grazie a chi ancora oggi offre tutta la propria esistenza a Dio servendolo nella sua gente, e rinnova quell’iniziale “sì” della propria vocazione facendo memoria della chiamata ricevuta.
(da In Cammino Insieme n. 33 del 18 agosto 2019)

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agosto 2019  (pag. 3042) - invio alla redazione di segnalazioni su questa pagina -
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