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La solennità dell'Annunciazione del Signore, secondo il Martirologio Romano, celebra liturgicamente il momento in cui «nella città di Nazareth l'angelo del Signore diede l'annuncio a Maria: "Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo", e Maria rispondendo disse: "Ecco la serva del Signore; avvenga per me secondo la tua parola". E così, compiutasi la pienezza dei tempi, Colui che era prima dei secoli, l'Unigenito Figlio di Dio, per noi uomini e per la nostra salvezza si incarnò nel seno di Maria Vergine per opera dello Spirito Santo e si è fatto uomo».
Più sinteticamente e nel parlare comune, l'Annunciazione del Signore è la solennità liturgica nella quale si celebra l'Annunciazione a Maria da parte dell'Angelo Gabriele.
Tale solennità cade il 25 marzo sia nel Rito Romano che nel Rito Ambrosiano.
Contrariamente al sentire popolare, che vi vede una solennità mariana, si tratta di una solennità cristologica: il Mistero che in essa si celebra è l'incarnazione del Figlio di Dio nel grembo di Maria.
L'importanza di questa festa nella teologia e nel pensiero della Chiesa Cattolica è descritta bene dal Catechismo della Chiesa Cattolica che vi dedica ben 3 articoli (CCC 484-486):
«L'annunciazione a Maria inaugura la "pienezza del tempo" (Gal 4,4), cioè il compimento delle promesse e delle preparazioni. Maria è chiamata a concepire colui nel quale abiterà "corporalmente tutta la pienezza della divinità" (Col 2,9). La risposta divina al suo: "Come è possibile? Non conosco uomo" (Lc 1,34) è data mediante la potenza dello Spirito: "Lo Spirito Santo scenderà su di te" (Lc 1,35).
La missione dello Spirito Santo è sempre congiunta e ordinata a quella del Figlio (cfr. Gv 16,14-15). Lo Spirito Santo, che è "Signore e dà la vita", è mandato a santificare il grembo della Vergine Maria e a fecondarla divinamente, facendo sì che ella concepisca il Figlio eterno del Padre in un'umanità tratta dalla sua. Il Figlio unigenito del Padre, essendo concepito come uomo nel seno della Vergine Maria, è "Cristo", cioè unto dallo Spirito Santo (cfr. Mt 1,20; Lc 1,35), sin dall'inizio della sua esistenza umana, anche se la sua manifestazione avviene progressivamente: ai pastori (cfr. Lc 2,8-20), ai magi (cfr. Mt 2,1-12), a Giovanni Battista (cfr. Gv 1,31-34), ai discepoli (cfr. Gv 2,11). L'intera vita di Gesù Cristo manifesterà dunque "come Dio [lo] consacrò in Spirito Santo e potenza" (At 10,38)». Questa solennità è stata oggetto nei secoli di una vivissima predicazione, di una grande varietà di rappresentazioni artistiche e di numerosissimi trattati teologici, biblici e liturgici. Ciò, sia perché il brano evangelico su cui si fonda è di una semplicità disarmante, sia perché esso permette di fondare diversi misteri e alcune tra le più importanti verità di fede cattoliche.
Il teologo e biblista Heinz Schurmann, descrive il brano dell'annunciazione con queste parole
«Con pochi tratti [..] e con timore riverenziale quasi muto, viene delineata un'immagine insondabile di Maria... Tutta la pericope è composta in funzione del messaggio cristologico, al quale Maria umilmente risponde con disponibilità totale»
Infatti, l'episodio narratoci dall'Evangelista Luca e solo da lui tra gli evangelisti, è così composto:
L'immagine: particolare del piccolo altare nel luogo dell'Annunciazione, all'interno della grande basilica di Nazareth.
"Verbun caro hic factum est" cioè "Il Verbo qui si fece carne" - È quell' hic che contraddistingue il luogo; c'è solo qui Anche il brano di Vangelo riportato sopra, in questo luogo viene proclamato con una modifica piccola ma significativa: invece di "l'Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth" il celebrante dice "l'Angelo Gabriele fu mandato da Dio qui". Semplicemente. I temi che questo brano, e la relativa festa liturgica, ci insegnano e tramandano, sono dunque molti, e solo ad esempio è bene ricordare, senza esaurire:
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a Nazareth oggi
A Nazareth
il luogo è ora inglobato all'interno della grande Basilica dell'Annunciazione
edificata negli anni 1960-69, consacrata il 25 marzo del 1969 e affidata ai Francescani della Custodia di Terra Santa;
costruita su disegno dell’architetto Giovanni Muzio, all'interno
presenta due piani, come per due chiese sovrapposte unite da una grande
apertura in corrispondenza della grotta-abitazione dove Maria ricevette
la visita dell'Arcangelo Gabriele e dove si trova anche l'altare per le celebrazioni più importanti.
La Basilica dalla facciata e da un fianco; la piccola costruzione a destra della palma nella seconda foto nasconde alcuni scavi (e un piccolo museo) condotti dai Francescani e che hanno portato alla scoperta dell'antico villaggio.
La casa-grotta
che si trova all'interno della Basilica è venerata fin dall'epoca apostolica tanto che viene considerata uno dei primi luoghi di culto del Cristianesimo (insomma: una delle prime "chiese");
fino al XIII secolo la piccola casa è rimasta intera, mentre ora la parte maggiore è venerata come importante reliquia a Loreto.
Gli scavi condotti dai Francescani prima della costruzione della basilica attuale hanno portato alla luce anche tracce di una chiesa bizantina voluta da Sant'Elena (madre dell'imperatore Costantino - IV secolo). Furono i Crociati (XII sec.) a fare per primi le cose in grande costruendo una basilica addirittura un po' più grande dell'attuale, che però fu distrutta dal sultano Bibars nel 1263, dopo la caduta del regno crociato; Bibars risparmiò solo la grotta
(la parte maggiore della casa non era più lì). Bisogna aspettare il 1620 perché la Custodia di Terra Santa (i Francescani) potesse acquisire il terreno e il 1730 per vedere una nuova basilica, poi abbattuta nel 1955 per far posto a quella che vediamo noi.
sopra: l'altare per le celebrazioni più importanti, di fronte a quello che resta della casa della Sacra Famiglia
soto: i fedeli possono accostarsi, quando non vi sono quelle celebrazioni La Basilica è una delle principali tappe dei pellegrinaggi in Terra Santa, dopo la Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme e la Basilica della Natività nella vicina Betlemme.
Il piccolo altare che qui è illuminato d'azzurro è quello che reca la
scritta con quella parola "hic" cennata nel riquadro precedente.
Nazareth è stata una tappa del pellegrinaggio delle nostre Parrocchie nel 2018
[ vedi ]
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Particolarità nel rito ambrosiano è che questa solennità (come quella di San Giuseppe) viene celebrata anche nel Tempo di Quaresima, mentre tutte le altre ricorrenze sono omesse nel calendario ambrosiano in questo periodo. Ciò sia per l'importanza della festa sia – soprattutto – per il carattere cristologico della solennità; se di venerdì si celebra ugualmente la Santa Messa (solitamente sospesa in Quaresima) e se di domenica o nella Settimana Autentica si sposta ad altra data.
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marzo 2018 (pag. 3140) |
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