Lourdes è senza dubbio il luogo maggiormente noto e frequentato - almeno per noi Italiani - fra quelli dove la Madonna si è manifestata.
È una cittadina francese situata ai piedi dei Pirenei nella zona dei grandi
"passi pirenaici" ben noti agli appassionati di ciclismo. All'epoca delle
Apparizioni contava circa quattromila abitanti, che ai tempi nostri sono
diventati diciassettemila e la cui vita è fortemente legata all'afflusso dei
pellegrini (Lourdes è uno dei centri con maggior capienza alberghiera di
tutta la Francia).
La prima Apparizione fu l'11 febbraio 1858, di giovedì; la Vergine apparve ad una ragazzina quattordicenne, Bernadette Soubirous, che
con la sorella Toinette e l'amica Jeanne era andata a raccogliere legna ai piedi del roccione chiamato Massabielle (cioè
"vecchia roccia") sulla riva del torrente Gave appena fuori dal villaggio di Lourdes dove le ragazzine vivevano; nel roccione vi era una grossa rientranza, quasi una grotta (ed è "Grotta" che viene ora chiamato quel luogo).
Negli anni successivi il corso del torrente è stato leggermente deviato rispetto a come era centosessantasei anni fa, in modo da lasciare uno spiazzo davanti alla
Grotta, spiazzo che all'epoca delle Apparizioni non esisteva, come non esistevano gli argini artificiali del Gave che vediamo ai giorni nostri.
Una sorta di colpo di vento fece alzare la testa a
Bernadette e così in una piccola rientranza della parete rocciosa vide -
parole sue - "una Signora vestita di bianco; indossava un abito bianco, un
velo bianco, una cintura azzurra e una rosa gialla su ogni piede". La
ragazzina e la Signora recitarono il Rosario, poi la visione scomparve.
Bernadette sentì il desiderio di tornare alla grotta, così il giorno 14 vide di nuovo la Signora e le gettò dell'acqua benedetta; la Signora sorrise e insieme recitarono di nuovo il Rosario.
Fu il 18 febbraio (terza Apparizione) che la Signora parlò per la prima volta; alla domanda di scrivere su un foglio chi fosse, rispose a
Bernadette "Non ti prometto di renderti felice in questo mondo ma nell'altro" e le chiese di tornare per quindici giorni.
Di nuovo silenzio durante la quarta Apparizione, il 19 febbraio, quando la ragazzina andò alla grotta con una candela accesa avuta dalla madrina Bernarde Castérot che l'accompagnava.
La devozione di portare candele alla Grotta ha raggiunto livelli
enormi, ai giorni nostri, tanto che la grande quantità di candele offerte nella buona stagione viene in parte accantonata e fatta ardere durante l'inverno, quando i pellegrini sono meno numerosi, rompendo la pesante bruma con
uno strano bagliore che ha un fascino particolare.
Silenzio anche il 20 ed il 21 febbraio, e per Bernadette cominciarono le difficoltà; il commissario Jacomet la interrogò a fondo, convinto che la ragazzina
fosse una mentitrice; lei rispose riferendosi alla visione con il termine Aquerò che nel dialetto locale significa semplicemente "quella cosa". Il giorno 23 la Signora insegnò a Bernadette una preghiera che lei reciterà ogni giorno, e il giorno successivo invitò alla penitenza.
Fu il 25 febbraio (nona apparizione) che si cominciò ad accennare alla sorgente dell'acqua; Bernadette venne invitata a bere l'acqua trovata in una piccola buca
fattale scavare ai piedi della roccia e a lavarsi il viso; uso mantenuto dai
pellegrini sino ad oggi.
Bernadette alla Grotta nel 1863 (sinistra) - al centro la sorgente scavata da Bernadette
Stessi gesti il 27 e il 28 febbraio, davanti ad una crescente folla valutata ad oltre mille persone, e nuovi interrogatori per Bernadette, financo con minaccia di prigione; poi alcuni scalpellini andarono a scavare là dove Bernadette prendeva l'acqua e da quel momento
questa prese a scorrere abbondante e limpida.
Il 1° marzo avvenne il primo miracolo; una giovane donna incinta, Catherine Latapie, immerse la
sua mano paralizzata nell’acqua della sorgente e la mano improvvisamente guarì. Il giorno successivo la Signora chiese che
ci si recasse in quel luogo in processione e vi si costruisse una cappella. Il Parroco Peyramale era naturalmente diffidente e non solo chiese di sapere "chi era" la Signora, ma
chiese anche una "prova": che fiorisse il roseto della grotta. I due giorni successivi (3 e 4 marzo) la folla che accompagnava Bernadette continuò a crescere e il Parroco ad insistere sul roseto,
che non si decideva a fiorire.
"Que soy era Immaculada Councepciou"
Poi Bernadette aspettò quindici giorni prima di tornare alla grotta; e finalmente le sue insistenze
per sapere il nome della Signora furono esaudite. "Que soy era Immaculada Councepciou" ("Io sono l'Immacolata Concezione"). Era il 25 marzo 1858; quasi centosessantasette anni fa. Per rivelarsi, Maria aveva scelto proprio il giorno in cui
a Nazareth l'Angelo Le aveva annunciato che avrebbe concepito Gesù per opera dello Spirito Santo.
L'espressione usata dalla Madonna è in dialetto guascone - unico linguaggio conosciuto da Bernadette - che potrebbe essere semplicisticamente definito un incrocio fra il francoprovenzale e il catalano.
La frase si pronuncia "che sòi èra Immaculàda Concecpsiòn", con finale nasale.
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La statua posta già il 4 aprile 1864 nel luogo delle Apparizioni, e il cartiglio che reca la frase pronunciata dalla "Signora" il 25 marzo.
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Ma la giovane non sapeva che cosa significasse "Immacolata Concezione" e corse a chiederlo al Parroco,
il quale restò esterrefatto perché quelle parole indicavano un dogma proclamato dal Papa Pio IX
da non molto tempo;
la ragazzina del piccolo villaggio nei Pirenei non poteva saperne nulla. Sicché anche il reverendo Peyramale cominciò a "pensare".
Il dogma dell'Immacolata Concezione è stato proclamato l'8 dicembre 1854 dal papa Pio IX con la Bolla "Ineffabilis
Deus", poco più di tre anni prima delle Apparizioni di Lourdes. [vedi ]
Durante la penultima Apparizione, il 7 aprile, nuovo miracolo; la fiamma della candela di Bernadette le lambì lungamente la mano, senza però bruciarla. Stavolta
fu il medico Douzous
- presente all'episodio - a "credere". Bernadette vide la Madonna anche il 16 luglio, pur se costretta a restare sull'altra sponda del Gave, per via che la grotta era stata chiusa da
una cancellata; dopo l'incontro dirà "Non l'ho mai vista così bella".
Già dal 28 luglio il Vescovo di Tarbes Mons. Bertrand Sévère Laurence costituì una Commissione d'indagine e il 18 gennaio 1862 in nome della Chiesa riconobbe le Apparizioni come autentiche.
Bernadette Soubirous nacque il 7 gennaio 1844 da una modesta famiglia di mugnai; il Mulino di Boly, sua casa natale
(così chiamata dal nome di un vecchio proprietario), si trovava sulle rive del torrente Lapaca, ora coperto dalla via della Grotta.
Sempre cagionevole di salute, sofferente di asma, il suo stato venne minato anche durante l'epidemia di colera che aveva impervesato da quelle parti quando lei aveva undici anni. Per un periodo la bambina venne affidata alla madrina per via delle difficoltà dei suoi, costretti a lasciare il mulino (il padre per fare il bracciante, la madre la lavandaia); la famiglia si ritrovò a vivere in una stanzetta di sedici metri quadrati al c.d. Cachot e il padre venne anche arrestato perché accusato di furto di farina.
Dopo le Apparizioni Bernardette pensò alla vita religiosa nella contemplazione; già conosceva il Carmelo di Bagnères, dalle sue parti, volendo dedicarsi ad una vita di preghiera, digiuno, disciplina, mortificazione. Ma la sua salute era un ostacolo come pure la sua povertà perché le veniva richiesta una dote. Fu poi orientata verso la cura dei malati ed ebbe modo di rendersi conto che le Suore della Carità di Nevers sarebbero state discrete nei suoi riguardi, in contrasto con altre, che la sollecitavano da ogni parte per la sua eccezionale esperienza.
Convincente fu una conversazione (era il 27 settembre 1863) con Monsignor Forcade, vescovo di Nevers. Quest'ultimo
appoggiò la domanda di Bernadette nei confronti della Madre Superiora
Joséphine Imbert.
Prima di partire per Saint-Gildard, casa madre delle suore, nel luglio 1866, il Vescovo Laurence la trattenne per l'inaugurazione della Cripta e per la prima processione "ufficiale" alla Grotta richiesta da Nostra Signora.
Bernadette prese poi l'abito di postulante il 29 luglio.
Il suo stato di salute non le concesse mai requie, afflitta da nuovi mali; pronunciò i voti perpetui quando era già grave e morì il 16 aprile 1879. Dapprima fu sepolta nel sotterraneo dell'Oratorio San Giuseppe, ma fu riesumata tre volte, ultima il 18 aprile 1925, per via della causa di beatificazione aperta sin dal 1907. Il suo corpo era incorrotto, ed è ora conservato in una urna di vetro nel Cappella del convento Saint-Gildard a Nevers.
Papa Pio XI ha proclamato Santa Bernadette nel giorno dell'Immacolata Concezione (8 dicembre) del 1933. La sua memoria è fissata al 16 aprile, giorno della morte.
il convento di Nevers
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