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Pentecoste

 
Pentecoste
cinquantesimo giorno del tempo Pasquale
Quest'anno la Pentecoste è stata il 19 maggio - l'anno prossimo sarà l'8 giugno
 


 omelia del Papa
 celebrazione a Gerusalemme
La solennità di Pentecoste, in definizione sintetica, è, secondo il catechismo della Chiesa cattolica quel giorno in cui
«al termine delle sette settimane pasquali, la Pasqua di Cristo si compie nell'effusione dello Spirito Santo, che è manifestato, donato e comunicato come Persona divina: dalla sua pienezza Cristo Signore effonde a profusione lo Spirito» (cfr. CCC 731).
Se però vogliamo capire bene il mistero della Pentecoste, queste poche righe rischiano di essere difficili e aride. Come sempre, la Parola di Dio è più chiara della parola dei teologi. Infatti, se ci riferiamo al libro biblico degli Atti degli Apostoli, al capitolo due racconta che cosa succede la prima volta che, dopo la morte e risurrezione di Gesù, gli Apostoli si ritrovano per festeggiare la pentecoste ebraica, una festa diversa che prende il nome da "penta", cioè "cinquanta" giorni dalla Pasqua:
Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo.
Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatté impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano.
Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo.
Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua.
Erano stupefatti e fuori di sé per lo stupore dicevano: "Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei?
E com'è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa?
Siamo Parti, Medi, Elamìti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma, Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio". (At 2,1-11).
La chiesa è riunita completamente insieme, apostoli e fedeli, il cinquantesimo giorno dalla Pasqua e che cosa succede? Con segni evidenti avviene qualcosa di inaspettato: lo Spirito Santo viene effuso, cioè viene donato e discende su tutti i presenti.
Da quell'anno la chiesa celebra sempre la solennità di Pentecoste dopo sette settimane dalla Pasqua (49 giorni + 1 che è la Pasqua stessa, cioè quest'anno il 19 maggio, nel 2025 l'8 giugno); la Pentecoste è una delle massime solennità dell'anno insieme all'Epifania, a Natale e alla Pasqua (solennità massima).
L'importanza di questa festa è data dal fatto che su tutti gli appartenenti alla chiesa (non solo i Dodici, non solo il clero) lo Spirito Santo discende con i suoi doni, dando loro una speciale e divina unità e forza perché tutti siano missionari abilitati a diffondere il Vangelo. È una sorta di Sacramento, una sorta di Battesimo della Chiesa.
Le parole di Papa Benedetto XVI la spiegano così:
«Il Mistero pasquale - la passione, morte e risurrezione di Cristo e la sua ascensione al Cielo - trova il suo compimento nella potente effusione dello Spirito Santo sugli Apostoli riuniti insieme con Maria, la Madre del Signore, e gli altri discepoli. Fu il "battesimo" della Chiesa, battesimo nello Spirito Santo (cfr At 1,5)». (Regina Cœli, 12 giugno 2011)
Questa solennità è di ugual data sia in rito romano che in rito ambrosiano e, come già detto, mobile in funzione della Pasqua che a sua volta è calcolata in riferimento ai cicli lunari di primavera.

  
a sinistra: Pentecoste, vetrata del Duomo (XIV secolo)
a destra: La Pentecoste, rosone della facciata della Chiesa di Santo Spirito, Firenze (Pietro Vannucci, detto il Perugino)

Anticamente il rapporto con la Pasqua era fortissimo, tanto che gli antichi Padri della Chiesa parlano di quell'unico grande giorno pasquale riferendosi all'insieme dei 50 giorni da Pasqua a Pentecoste. Di questo, oggi conserviamo due segni liturgici. Il primo è il Cero Pasquale, una grossa candela che viene accesa la notte di Pasqua nella veglia di Risurrezione, portata vicino all'ambone e spenta solo la sera di Pentecoste; resta quindi accesa 50 giorni. Il secondo Segno è dato dal calendario liturgico: la Pasqua segna l'inizio del tempo pasquale che termina proprio a Pentecoste. Questo tempo è caratterizzato, durante tutte le Sante Messe da letture e orazioni tipicamente battesimali, come Pentecoste è il Battesimo della Chiesa, e dal colore liturgico bianco.
Nel VII secolo questa unità tra Pasqua e Pentecoste viene rotta per motivi catechetici: bisognava trovare un modo facile per spiegare ai giovani cristiani cos'è Pentecoste e si è ridotta la definizione a “l'anniversario della discesa dello Spirito Santo”. Furono tolti i cinquanta giorni del tempo di Pasqua lasciando un semplice e breve tempo di preparazione (8 giorni + Pentecoste: novena di Pentecoste).
Con il Concilio Vaticano II, invece, le due feste tornano, almeno nelle intenzioni, ad essere una cosa sola: la riforma liturgica abolisce gli 8 giorni di preparazione, ripristina i cinquanta giorni di tempo pasquale e imposta le due feste come un unico mistero divino da celebrare.
Questo legame Pasqua-Pentecoste torna ad essere ribadito, ma il cammino è ancora lungo perché torni ad essere percepito come tale. Un passo ulteriore, nel nostro rito Ambrosiano, è con l'ultima riforma del Lezionario in cui il tempo di Quaresima, quello pasquale e lo stesso giorno di Pentecoste confluiscono in unico grande periodo del calendario chiamato Mistero della Pasqua del Signore. I documenti storici parlano di Pentecoste già da tempi antichissimi, sia in Oriente che in Occidente. Basti pensare che in Oriente ne parlava già San Giovanni Crisostomo (vissuto dal 349ca al 407) come festa antica e stessa cosa in occidente Tertulliano (dal 155ca al 230ca), due importantissimi autori cristiani antichi.
La festa viene sempre celebrata nei secoli, senza alcuna interruzione, fatte salve le modifiche in rapporto alla Pasqua cennate sopra. Nel medioevo, fino ancora all'ottocento, popolarmente in alcuni luoghi veniva chiamata “Pasqua di Pentecoste” o anche “Pasqua di Maggio”; quest'ultimo nome risuona ancora nelle campagne montane della Lombardia e nella parlata più tipica di chi ha vissuto i tempi preconciliari, anche se oggi è praticamente scomparso.
RITO AMBROSIANO
L'importanza della festa è stata percepita nel nostro rito con alcune caratterizzazioni particolari.
Essendo una delle quattro feste maggiori dell'anno, è anche una delle tre grandi vigilie insieme a Natale e all'Epifania. Perciò il sabato precedente Pentecoste è considerato vigilia e non giorno sabbatico. Questo vuol dire che si dovrebbe celebrare una sola Messa in quel Sabato, corrispondente alla vigilia solenne di Pentecoste, in orario vespertino. Dovrebbero essere evitate altre celebrazioni in altri orari e preferito il criterio dell'unicità.
La Messa vigiliare è solennizzata e arricchita nello stesso modo della veglia pasquale, di cui ha uno schema simile. Quindi sono presenti molteplici letture (sei letture, con i rispettivi salmelli e il Vangelo proprio).
Alla sera di Pentecoste il cero viene riportato di fianco al fonte battesimale, dove sarà acceso quando si celebrerà un Battesimo; oltre che per i Battesimi (il battezzato è immerso nell'acqua e nello Spirito Santo), lo stesso cero sarà poi acceso anche nei funerali dei battezzati (perché lo Spirito Santo risuscita i defunti credenti in Cristo).
Altra particolarità è che il giorno di Pentecoste esiste un particolare testo per una Messa per i Battezzati: esso testimonia ancora di più il ritrovato legame con la Pasqua, in cui si celebrano i battesimi, e col sacramento del Battesimo, immersione nello Spirito Santo.
Negli ultimi anni è tradizione che il giorno di Pentecoste l'Arcivescovo, in Duomo, conferisca la Cresima ai ragazzi di alcune parrocchie della Diocesi di Milano.
Lazzaro Bastiani, Pentecoste, arazzo in lana, seta e filo d'argento(1484-90)
Venezia, Santa Maria della Salute
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novembre 2012  (pag. 3108) - invio alla redazione di segnalazioni su questa pagina -
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