NARRATORE:
Erano già passati otto giorni dal mio incidente nel deserto.

PILOTA:
I tuoi ricordi sono molto interessanti, ma io non sono ancora riuscito a riparare il mio aeroplano; non ho più niente da bere...

PICCOLO PRINCIPE:
Anch'io ho sete. Cerchiamo un pozzo.

PILOTA:
Allora hai sete anche tu?

PICCOLO PRINCIPE:
L'acqua può far bene anche al cuore...
...

Camminando.

piccolo principe:
Le stelle sono belle grazie a un fiore che non si può vedere.

pilota:
Sì, proprio così.

PICCOLO PRINCIPE:
Ciò che rende bello il deserto è che nasconde un pozzo un pozzo da qualche parte...

Escono.

NARRATORE:
E così continuando a camminare, scoprii il pozzo allo spuntar del giorno.
L'acqua era ben diversa da un comune alimento. La sua dolcezza era nata dalla marcia sotto le stelle, dal canto della carrucola, dallo sforzo della mie braccia. Faceva bene al cuore come un dono.

Rientrano.

PICCOLO PRINCIPE:
Da te gli uomini fanno crescere cinquemila rose nello stesso giardino...e non vi trovano quello che cercano. Eppure quello che cercano lo potrebbero trovare in una sola rosa o in un po' d'acqua.
PILOTA:
Sì, è vero.
PICCOLO PRINCIPE:
Ma gli occhi non lo vedono. Bisogna guardare con il cuore...Devi mantenere la tua promessa?
PILOTA:
Quale promessa?
PICCOLO PRINCIPE:
Sai...una museruola per la mia pecora...sono responsabile di quel fiore.
PILOTA (disegnando):
Hai progetti che ignoro.

PICCOLO PRINCIPE:
Sai, la mia discesa sulla terra...domani sarà l'anniversario. Ero sceso qui vicino...Adesso devi lavorare. Devi ritornare al tuo motore. Ti aspetterò qui. Ritorna domani sera.

Escono.

NARRATORE:
Ma non ero rassicurato. Mi ricordavo della volpe. Si corre il rischio di piangere un po' se ci si lascia addomesticare...

Il pilota al lavoro, il Piccolo Principe torna.

PICCOLO PRINCIPE:
Sono contento che tu abbia scoperto cosa non andava nel tuo motore. Adesso puoi tornare a casa.

PILOTA:
Come lo sai?

PICCOLO PRINCIPE:
Anch'io, oggi, torno a casa. E' molto lontano...è molto più difficile.

PILOTA:
Ho la tua pecora. E ho la scatola della pecora. E ho la museruola...

Gli porge i disegni. Silenzio.

PICCOLO PRINCIPE:
La notte guarderai le stelle. E' troppo piccolo da me perché ti possa mostrare la dove si trova la mia stella. E' meglio così. La mia stella sarà per te una delle tante. E allora ti piacerà guardare tutte le stelle del cielo...Saranno tutte tue amiche.
E poi ti voglio fare un regalo...Tu, solo tu, avrai delle stelle come nessun altro. Io vivrò in una delle stelle. In una di esse riderò. E quando guarderai il cielo notturno sarà come se tutte le stelle stessero ridendo...Tu, tu solo, avrai delle stelle che sanno ridere...

Ride. Poi serio.

Stanotte, sai, non venire.

PILOTA:
Non ti lascerò.

PICCOLO PRINCIPE:
Sembrerà che io stia soffrendo. Sembrerà un po' che io stia morendo. E' così. Non venire a vedere. Non ne vale la pena.

Il Piccolo Principe se ne va.

NARRATORE:
Quella notte non lo vidi mettersi in cammino. Si era dileguato senza far rumore.
Non gridò. Cadde dolcemente come cade un albero. La sabbia attutì completamente il rumore della caduta.
Ormai sono già passati sei anni...Finora non ho mai raccontato questa storia.
Di notte mi piace ascoltare le stelle. Sono come cinquecento milioni di campanellini. Ma mi viene in mente una cosa...Quando ho disegnato la museruola per il Piccolo Principe, ho dimenticato di aggiungere la correggia di cuoio. Perciò adesso continuo a chiedermi: cosa starà succedendo sul suo pianeta? Forse la pecora ha mangiato il fiore...
E' tutto un gran mistero. Perciò voi pure che amate il Piccolo principe, e per me, nulla nell'universo può essere lo stesso se in qualche luogo, non si sa dove, una pecora che non abbiamo mai visto ha -chissà?- mangiato una rosa...Guardate il cielo e domandatevi: chissà? La pecora ha mangiato il fiore? E vedrete come tutto cambia...E nessun adulto capirà mai che è una cosa della massima importanza!

Chiude il diario.Si alza. Dietro il deserto.

NARRATORE (a memoria):
Questo è per me il paesaggio più bello e triste del mondo. E' qui che il Piccolo Principe è apparso sulla terra e poi è sparito. Guardatelo attentamente per essere sicuri di riconoscerlo nel caso un giorno facciate un viaggio nel deserto africano. E se doveste capitare in questo punto, vi prego, non tirate dritto. Aspettate un po' proprio sotto la stella. Allora, se appare un ometto che ride, che ha i capelli d'oro e che rifiuta di rispondere alle domande, sapete chi è. Ebbene, siate gentili! Non lasciatemi così triste: scrivetemi subito che è ritornato...

Fine.