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Chi ha viaggiato conosce molte cose e chi ha tanta esperienza parla saggiamente. Ho visto molte cose nei miei viaggi, ho imparato più di quanto dico (Sir.34, 9.11) |
L'AGGIORNAMENTO DEL SITO È FERMO DA 225 GIORNI |
Terra Santa
"Ripartire da Dio" - Carlo Maria Martini
pellegrinaggio
- dal 2 al 7 gennaio 2018 -
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Da queste parti tutte le indicazioni sono in tre lingue (e in tre caratteri diversi: ebraici, arabi, latini); a scuola i ragazzini israeliani le studiano tutte e tre. E l'immagine della Madonna ... deve essere lì da molto tempo. |
Lungo il nostro percorso nelle stradine del suk si trovava l'accesso alla Moschea di Omar, che non è quella con la grande cupola d'oro che domina il panorama di Gerusalemme, come dice taluno. Questa si confonde con le case, mentre l'altra domina la città dal centro della Spianata delle Moschee (o Spianata del Tempio, o semplicemente Spianata); Vedi il particolare dell'ingresso |
Doveroso un cenno al califfo Omar o, più compiutamente, Omar ibn al-Khaṭṭāb, conquistatore di Gerusalemme nell'anno 637 (poco dopo la morte di Maometto, anno 632). Quando gli fu offerto di pregare presso quella che era stata la tomba di Gesù (per i Mussulmani un loro profeta) Omar rifiutò; lo fece per evitare che suoi successori potessero considerare quel luogo come luogo dell'Islam e come tale tolto ai Cristiani. Pregò, ma lo fece poco distante da lì, dove è poi sorta la moschea citata sopra. |
L'ingresso della Basilica del Santo Sepolcro e la targa (plurilingue). |
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La Basilica è una struttura piuttosto complessa che oltre al Santo Sepolcro propriamente detto e al Calvario ingloba una quantità di altari, cappelle, nicchie risalente grosso modo al periodo dei Crociati. Le primitive scoperte e realizzazioni vengono fatte risalire a Sant'Elena, madre dell'imperatore Costantino convinta a portare alla luce questi Luoghi dal vescovo di Gerusalemme (Macario) durante il primo Concilio Ecumenico (Nicea, 325). Ma la storia di questo luogo è una lunghissima sequenza di ritrovamenti, costruzioni, distruzioni, ricostruzioni.
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Interno dell'alta cupola sopra l'edicola del Santo Sepolcro È per far posto alla grande costruzione che a suo tempo fu asportata la collinetta all'interno della quale si trovava la grotta utilizzata come Sepoltura, come ci viene descritta dalle Scritture.
(come doveva essere quella grotta lo abbiamo capito meglio a Nazareth, dove, il quarto giorno del pellegrinaggio, ne abbiamo potuto vedere una simile).
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Il grande mosaico all'ingresso della Basilica ci racconta la Deposizione, l'Unzione e Sepoltura di Gesù.
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È stato sufficiente fare pochi passi e salire una ripida rampa di scale e siamo sulla sommità del Calvario Lo spazio più ampio consente a ciascuno di soffermarsi un po' di più con i propri pensieri.
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Scorci e particolari della Basilica, che è molto articolata, con numerose cappelle, altari, immagini; l'ultima foto è dell'altare "dei Latini" (noi). |
La "firma" dei primi pellegrini. Ai giorni nostri una cosa del genere è solo indice di maleducazione, ma questi segni sul muro sono tracce di storia di svariati secoli addietro. Erano i pellegrini che raggiungevano la Terra Santa dopo un lungo viaggio durato mesi o anche anni, durante i quali si arrabattavano in qualche modo per campare, sostando a lavorare anche per mesi lungo la strada per guadagnarsi di che sbarcare il lunario. La strada più battuta partiva dalla Spagna, seguiva poi la costa settentrionale dell'Africa fino a giungere qui (e mica tutti ci riuscivano, perché fra stenti e pericoli di brutti incontri ...) Noi che qui ci siamo venuti in aereo e pullman gran turismo possiamo quardare queste croci solo con simpatia e ammirazione (e qualcuno era più raffinato ... ). |
le prime impressioni fra i "nostri", fuori dal Santo Sepocro | |
ora i negozi sono tutti aperti ... |
Giovanni, la nostra bravissima guida, è solito offrire pane al sesamo al suo gruppo (pane che fra l'altro era ancora caldo e buonissimo) |
La nostra truppa lo ha percorso quasi tutto, il Cardo, stradina dove si vende di tutto in negozietti aperti; la parte araba è divisa dalla parte ebraica (diversissima) da un portale (quarta foto). Come doveva essere all'epoca romana si vede in un dipinto posto ad una estremità del cardo stesso (ultima foto)
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L'attuale basilica è recente (sec. XX - proprietà dei Benedettini, che hanno anche un convento), sorto al posto di altre precedenti costruzioni - anche molto grandi - nel luogo che secondo un'antica tradizione sarebbe quello dove è avvenuto il "transito" di Maria. Siamo sul Monte di Sion cristiano, ora rimasto fuori dalle mura della Città Vecchia, presso la Porta di Sion.
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A fianco è proprio il nostro gruppo che si avvia alla chiesa di San Pietro in Gallicantu, il cui nome già dice tutto; viene ricordato il pianto di Pietro subito dopo aver sentito il gallo cantare alla terza volta che aveva rinnegato Gesù. E infatti un gallo è posto in cima alla cupola. La costruzione attuale è degli anni '30 (e si vede); ma da certe ricerche (che proseguono) sappiamo che c'era stato un monastero già all'epoca bizantina. Taluno ipotizza che qui si fosse trovato anche il luogo ove era stato tenuto Gesù durante il processo a suo carico. |
A fianco della chiesa è rimasta una scala di epoca romana che scende verso il torrente Cedron (valle del Cedron o di Giosafat); si è ritenuto che da qui fosse passato Gesù per andare al Getsemani dopo l'Ultima Cena, ma recenti ricerche avrebbero "spostato" più in là quel percorso (tuttavia di qui Lui è sicuramente passato in altre occasioni; il Getzemani è laggiù e sappiamo che ci andava). | ||
"Dopo la cena, Gesù se ne andò con i suoi discepoli, al di la del torrente Cedron" |
"Quelli che avevano arrestato Gesù lo portarono da Caifa, il Sommo Sacerdote" |
la sconsolazione di Pietro (dietro l'altare - clic per il particolare) |
"Non novi illum" (non lo conosco) (e il gallo è lì) |
"Signore, Tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene" |
sopra: scorci della Chiesa (l'ultima foto è: "dove si scava" (da un pozzetto al centro della chiesa); è là sotto che si trova un piccolo locale evidentemente utilizzato come cella) in basso: la nostra curiosità per un grande plastico (presso la chiesa) che riproduce Gerusalemme come doveva essere in epoca bizantina. |
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Questi due panorami dalla chiesa sono simili, verso la valle di Giosafat; a sinistra è evidenziato il lato sud della Spianata con la copertura dorata della Cupola della Roccia e quella - meno evidente - della moschea Al-Aqsa; a destra è visibile il Monte degli Ulivi (nella parte che sembra brulla vi sono dei cimiteri, privi di fiori, piante, monumenti, ecc.)
Nella foto centrale della prima fila, la parte più abitata del Monte degli Ulivi fa da sfondo alla chiesa di San Pietro in Gallicantu |
Campo dei Pastori
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Siamo a un paio di chilometri da Betlemme presso il vilaggio di Beit Sahur. Il "dopopranzo" della comitiva comincia con una puntatina nel luogo (o vicino al luogo, chissà?) dove i pastori "quella Notte" furono avvisati dall'Angelo che il Bambino era nato.
Ora vi sorge un moderno santuario francescano intitolato Gloria in Excelsis che per la forma ricorda la tenda di un accampamento (sotto: alcune foto di suoi dipinti che "raccontano" la Notte Santa). Già al tempo di Sant'Elena in questo luogo vi era una chiesa dedicata agli Angeli che avevano annunciato la lieta novella, ma le alterne vicende di questa terra sono complesse; proprio qui nei pressi sono in corso importanti scavi che potrebbero raccontare molto di ciò che c'è stato (e intanto hanno già trovato importanti reperti dell'epoca di Erode). |
Basilica della Natività
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La grande Basilica sorge in margine all'abitato di Betlemme; la prima costruzione fu per iniziativa dell'imperatore Costantino, poi, anche qui, distruzioni e ricostruzioni ecc. secondo gli invasori/occupanti del momento. Curiosità: i Persiani di Cosroe (anno 614) rispettarono la Basilica perché sulla facciata c'era un mosaico raffigurante i Magi in abiti persiani, che ritennero loro antenati.
La Basilica è degli ortodossi greci; a fianco sorge un convento francescano, con una chiesa intitolata a Santa Caterina di Alessandria. La grotta della Natività si trova - con altre - sotto il presbiterio. |
L'esterno della Basilica, dal lato del convento francescano (vedi croce e bandiere sul tetto
), vetrata della chiesa di Santa Caterina di Alessandria (la chiesa francescana annessa alla Basilica vera e propria) e la cappella di Sant'Elena, nella quale i "nostri" hanno concluso l'intensa giornata, con la celebrazione della Santa Messa). E miglior conclusione non poteva esservi, in uno dei Luoghi "più" del pellegrinaggio . |
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la grande iconòstasi della Basilica, con le tante lampade tipiche delle chiese ortodosse |
le nostre teste in attesa di scendere nella Grotta |
sotto l'occhio attento di alcuni pope |
Curiosità: Betlemme è a grande maggioranza mussulmana, tuttavia una norma locale stabilisce che sindaco e vicesindaco siano entrami cristiani, uno latino (cioè cattolico) e uno ortodosso, alternativamente. |
Da noi meglio noto come Muro del Pianto, ma definito anche Muro Occidentale,
è in realtà un [tratto del] muro di contenimento del Monte Moriah realizzato al tempo di Erode il Grande per allargarne la cima e ottenere quello che fu il Monte del Tempio e che ora è la Spianata delle Moschee (anche se solo una parte del muro è di quel tempo). Si tratta di un luogo sacro per gli Ebrei che qui vengono per pregare. Le foto a fianco sono del lato meridionale del muro (con scavi archeologici), come lo abbiamo visto mentre ci si avvicinava al luogo "della preghiera", poco più avanti.
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Per la preghiera del mattino gli uomini solitamente indossano il tallit (pron. talled - lo scialle di preghiera) o un altro indumento speciale (a sinistra dell'ultima foto, sbuca da sotto la giacca).
Nelle foto sopra a destra si sta preparando una particolare preghiera che si fa in gruppi di dieci uomini; fra poco apriranno quel grosso contenitore metallico sul tavolo per estrarne i rotoli contenenti i brani da leggere.
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Si tratta del bar mizwà (lett. “figlio del precetto”); il ragazzo sorridente sotto il baldacchino bianco viene accompagnato da parenti e amici, a suon di musica, al Muro per la cerimonia che lo farà "diventare grande", dopodiché sarà tenuto a rispettare appieno la Legge (che ha iniziato a studiare sin dall'età di 6 anni - ora ne ha 13).
Anche le ragazze fanno lo stesso passo (bat mitzwah) ma a dodici anni. |
Si sale lungo la passerella verso la Spianata delle Moschee, ovviamente attraverso un posto di polizia con tanto di controlli "tipo aeroporto".
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la nostra truppa si raccoglie per poi avviarsi verso la Cupola della Roccia
È nota anche come Moschea di Omar, ma abbiamo visto ieri che quest'ultima si trova altrove, vicino al Santo Sepolcro; in questo posto (più o meno) il califfo Omar fece effettivamente costruire una piccola moschea di legno che però durò poco.
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la nostra truppa si assiepa attorno a Giovanni, presso la Casa del Tesoro (tutti incappottati: un venticello ...) |
La Cupola della Roccia, la cui costruzione è iniziata già dall'anno 638 (califfo Abd-el-Malik); la doratura è del XX secolo.
L'interno - ci dicono bellissimo - non è visitabile da noi.
A fianco della moschea è la Casa del Tesoro a suo tempo utilizzata per raccogliere le tasse e le offerte di tutti i sultanati per la costruzione della moschea. (la piccola struttura bianca su un lato della Casa del Tesoro è una nicchia aperta verso l'interno (in araba miḥrāb), che indica la direzione della Mecca, per la preghiera) |
Si lascia la Spianata, attraverso una delle quattro arcate (dette bilance) erette in corrispondenza di ciascuna delle porte della moschea; la tradizione mussulmana dice che da queste arcate penderanno le bilance con le quali Dio peserà le anime dei morti. | ||
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Le due piccole chiese si trovano all'interno del convento francescano dove in passato erano state altre costruzioni. Impegnata la prima, dove si ricorda la flagellazione di Gesù, è stato però possibile fare una puntatina nella seconda dove si ricorda la Sua condanna. Se la chiesa è relativamente recente, il pavimento reca tracce di quel tempo, come ci mostra Giovanni (terza foto); alcuni graffiti segnano il "tavolo" utilizzato dai soldati romani per un loro gioco. La foto verticale ricorda l'imposizione della croce a Gesù, dopo la condanna. E stavolta la lapide che narra la storia della chiesa non è in tre, bensì in quattro lingue, con l'italiano che si aggiunge all'ebraico, all'arabo e all'inglese (sopra al centro). |
Piscina Probatica e basilica di Sant'Anna |
Il nome di piscina probatica viene dal fatto che lì vicino c'era la porta delle pecore (in greco probatikè). La vicenda di questo luogo è molto articolata nel tempo e anche gli scavi ancora in corso - qui come altrove - sveleranno altro. Il Vangelo di Giovanni ci racconta come qui Gesù abbia guarito il paralitico ("Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina" Gv 5,8).
Contentiamoci di sapere che qui, metro più o metro meno, ci doveva essere la casa di Anna e Gioacchino, i genitori di Maria (e nonni di Gesù); lui era un sacerdote, quindi logico che stesse vicino al Tempio. La chiesa è di origine crociata e funono i Crociati a ritenere di aver identificato il luogo (ora nelle grotte sotto la chiesa), che poi è il luogo dove Maria è nata.
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(si ingrandisce solo l'icona) |
Porta Santo Stefano |
Forse non è un punto nodale del pellegrinaggio, ma un cenno va fatto. | |
la nostra truppa bighellona qualche minuto davanti alla porta
(solo qualche minuto, perché con quel programma così intenso...) I nome della porta è "variabile": Porta Santo Stefano, perché in fondo alla discesa fuori dalla parta fu martirizzato Santo Stefano (naturalmente a quel tempo la porta era differente e in fondo alla discesa c'era una specie di cava e non il ridente valloncello pieno di ulivi che c'è ora), Bab Sittna Maryam (dall'arabo: porta di nostra signora Maria) per la vicinanza con la casa di Maria (sono i Mussulmani a dire così) e infine Porta dei Leoni per via di alcuni piccoli leoni in rilievo, emblema del sultano Bybars.
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Ain Karem |
Siamo in un sobborgo poco distante dalla Città Vecchia di Gerusalemme (Ain Karem, appunto), alla chiesa intitolata a San Giovanni Battista. E c'è un ottimo motivo. Qui si ritiene esservi stata la casa di Elisabetta e Zaccaria, genitori del Battista; casa natale di quest'ultimo. E qui si colloca la Visitazione, cioè la visita che Maria fece alla cugina Elisabetta verso il termine della gravidanza di questa (vetrata sopra). |
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È nella chiesa di San Giovanni Battista, ad Ain Karem, che abbiamo celebrato la Santa Messa, nel terzo giorno del pellegrinaggio. (immancabile il presepe) |
italiano e spagnolo |
lussemburghese e ucraino |
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Il muro di cinta è ricoperto con il canto di ringraziamento che Zaccaria pronunciò quando nacque il figlio Giovanni, il Benedictus in ventiquattro lingue, su piastrelle di maiolica (ce ne parla il Vangelo di Luca).
(a fianco il testo italiano, leggibile, se ingrandisci l'immagine) |
Grotta del Pater Noster |
Siamo sul Monte degli Ulivi.
La prima chiesa in questo luogo (chiamato Eleona) si deve a Elena (madre dell'imperatore Costantino) che forse volle riprendere una tradizione locale secondo la quale in questi luoghi avrebbe sostato spesso Gesù con i suoi discepoli; secondo la tradizione è qui, in cima al Colle degli Ulivi, che Lui insegnò loro il Padre Nostro. Anche questa chiesa fu poi distrutta e ricostruita più volte, fino all'attuale struttura, recente (e incompleta). |
Fra i numerosi testi ne abbiamo trovati anche in idiomi e caratteri "inconsueti" o addirittura nemmeno mai sentiti nominare, es.
[bariba](zone della Nigeria)  
[cherokee]  
[moore](Burkina Faso)  
[malayalan](Kerala, India)  
[maori](Nuova Zelanda)  
[ditammari](Benin e Togo) , ma anche
[un sardo]  
[calabrese] e finalmente
[milanese]
(clic sui nomi per vedere i testi) |
dal Monte degi Ulivi |
gli Ebrei usano lasciare un sasso quando fanno visita ai defunti (niente fiori o piante come facciamo noi).
nella prima foto (e nella foschia), panorama della città nel quale spicca la Cupola della Roccia; sotto di questa, ciò che da qui sembra un terreno brullo, è un cimitero mussulmano.
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Dominus Flevit |
Siamo sulle pendici del Monte degli Ulivi, scendendo verso il Getzemani. Dominus Flevit, ovvero "il Signore pianse". Prima di questa piccola chiesa (recente, di una settantina di anni fa) in questo luogo vi era una chiesa bizantina, con relativo monastero; scavi recenti (da queste parti non si smette mai) hanno identificato una necropoli di epoca romana, con tracce che "parlano cristiano" dei primi secoli. L'uso di legare questo luogo alla memoria del "pianto del Signore" è invece medievale.
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si scava, si scava ... | ||||
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Getzemani |
Getzemani è un termine che viene dall'aramaico (la lingua di Gesù) e significa "frantoio". E forse c'era. Comunque Matteo parla di "podere", e il posto doveva essere conosciuto da Gesù. E qui Gesù si ritirò dopo l'Ultima Cena, scendendo per una scala come quella che abbiamo visto vicino a San Pietro in Gallicantu, il secondo giorno del pellegrinaggio.
Sin dai primi secoli qui sorse una basilica bizantina, poi una cappella dei Crociati. Ora a fianco degli ulivi sorge la Basilica di tutte le Nazioni, opera recente (poco meno di un secolo), conosciuta anche come Chiesa dell'Agonia. La luce del giorno illumina l'interno attraverso vetrate violacee per rievocare l'atmosfera di "quella sera", quando Gesù era venuto in questo luogo dopo l'Ultima Cena, dove aveva pregato e sudato sangue, prima di esservi arrestato. |
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Il "nostro" Giovanni ci racconta un mucchio di cose anche sulla conservazione di quegli ulivi (sopra). Sei di questi alberi sono ultramillenari e per uno di essi si stima (con carbonio 14 - da taluno contestato) un'età di circa 2500 anni, sicché, facendo i conti .... Uno degli ulivi giovani ricorda la visita di Paolo VI il 4 gennaio anche lui, come noi (vedi sotto) |
Ai lati della Croce sulla punta della facciata si trovano due cervi
che sembrano bere da ipotetiche sorgenti sui bracci della Croce stessa, con richiamo al salmo 42 (Come una cerva anela ai corsi d’acqua così l’anima mia anela a te, o Dio).
Breve storia di due furti: rubati nel 2000 i due cervi sono stati recuperati a Ramallah dalla polizia palestinese, ma rubati una seconda volta nel 2004 non sono stati più ritrovati. Quelli che vediamo sono dovuti ad una benefattrice spagnola che ha provveduto a far sistemare delle copie. A sinistra: il nostro gruppo a naso all'insù, mentre ascolta le indicazioni di Giovanni. |
l'interno della Basilica di tutte le Nazioni o Chiesa dell'Agonia (c'è anche un dipinto che raffigura il bacio di Giuda, avvenuto proprio qui accanto; non lo abbiamo riprodotto) |
Tomba di Maria |
Alcuni scorci dell'interno della chiesa, chiamata anche dell'Assunzione di Maria (la fine della vita terrena di Maria non viene intesa in modo univoco dai diversi riti dei Cristiani).
Nella foto centrale il piccolo accesso alla tomba, un grosso blocco di pietra; a sinistra la moltitudine di lampade che, secondo l'uso ortodosso, pendono dalla vòlta, annerita dal loro fumo. Antichissima, la chiesa ha vissuto molteplici vicende (oltre alle consuete distruzioni e ricostruzioni qui ci sono state anche inondazioni del vicino torrente Cedron); quella che c'è ora in realtà è la cripta, oltre dieci metri sotto il livello stradale.
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Grotta dell'Arresto |
Detta anche Grotta dei Frantoio, è forse il più antico luogo di devozione cristiana, costituita semplicemente dalla sola grotta cui è stato aggiunto un cancello; siamo in uno dei punti "più" del pellegrinaggio, purtroppo inseguiti da un orario di chiusura ...
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Discesona dai 750m s.l.m. di Gerusalemme fino ai 275 "sotto" di Gerico (che però abbiamo solo lambito), attraverso una zona pelata come una zucca, ma ugualmente affascinante. In realtà il primo tratto, irrigato con il famoso sistema goccia-a-goccia, tutto sembrava fuorché un deserto; e - ci dicono - fra un mesetto, con la stagione delle piogge, anche qui nella zona brulla "scoppierà" il verde, con tanti fiori.
Deserto o non deserto, i nomadi ci stanno. (La qualità delle foto risente del fatto che sono state prese dal pullman in movimento) |
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Monte delle Tentazioni |
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In realtà sosta-relax, perché il Monte delle Tentazioni (o Jebel Qarantal, nome che rievoca proprio i quaranta giorni di Gesù "lassù") noi lo abbiamo visto solo dal basso. Vero è che fino ad un certo punto c'è una ovovia che "aiuta", ma ... sarà per la prossima volta. Questa volta ci siamo contentati di vedere così quello che resta di un eremo che ha radici molto lontane nel tempo e che termina con una cappellina che si vuole essere nel luogo della prima tentazione di Gesù. |
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Ma si diceva relax davvero, ad esempio per gustare delle spremute di melograno davvero molto buone. | ||
E che c'entra questo albero con la vita di Gesù? C'entra. Nel senso che è su un albero come questo (un sicomoro) che poco lontano da qui salì Zaccheo, molto piccolo di statura, per riuscire a vedere Gesù nella folla di Gerico, e così anche Gesù vide Zaccheo e lo chiamò.
(per inciso: i piccoli frutti del sicomoro sono buonissimi) |
La nostra "formazione" sciama verso il Giordano. Non si tratta solo di una visita "di curisità" perché da lì a poco rinnoveremo le promesse battesimali; è un altro dei momenti "più" del nostro pellegrinaggio, che oltre alla nostra presenza in un Luogo con la "elle" maiuscola ci coinvolge come co-protagonisti.
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Don Luigi presiede il rinnovo delle promesse, poi a tutti quanti ha versato in capo l'acqua del Giordano. |
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il gruppo al completo
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Pronti per ripartire: destinazione Nazareth, per il pranzo (cominciamo da lì). |
Non c'entra nulla con lo scopo del nostro viaggio, ma qui bisogna soffermarsi su una piccola curiosità. L'agricoltura qui è "grande", per via che anche dove il terreno è desertico, sono riusciti a fare bellissime cose grazie alla famosa irrigazione "goccia a goccia". Diminuite le colture di agrumi, per via della concorrenza di altri posti, ora viene coltivata molta frutta esotica. E quindi anche le banane (ce ne sono molte) e qui sta la curiosità: tutti i caschi appesi agli alberi vengono "incartati" con sacchi di plastica azzurra un po' per favorirne la maturazione ma soprattutto per proteggerli dalle vipere, che andrebbero a rosicchiarli, danneggiandoli. (la foto è presa dal pullman in corsa, sicché...)
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A Nazareth siamo arrivati sotto una pioggia a catinelle; ma a pranzo le tavolate sono state festose come al solito (ma perché non abbiamo foto delle tavolate?), senza troppo lamentarci, forse - chissà - perché in questi posti quando piove è una grazia. (contentiamoci della foto dell'ingresso di quel simpatico ristorante dove ci è stato servito anche del buon vin brulé) |
Chiesa di San Gabriele
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Ai tempi di Gesù, Nazareth era un villaggio molto modesto, lontano dalle vie di comunicazione. Le abitazioni erano tutte case-grotte, cioè si sfruttavano i molti "buchi" nel terreno ai quali si anteponevano locali costruiti (come del resto anche altrove).
La nostra visita inizia dalla piccola chiesa greco-ortodossa intitolata a San Gabriele, l'angelo dell'Annunciazione. (sotto: alcuni scorci dell'esterno) |
La nostra truppa si avvia verso la chiesa di San Gabriele
(piove ancora, ma solo un po') |
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Tutti erano dotati di cuffietta-radio per ascoltare le sue spiegazioni, tuttavia Giovanni era sempre marcato stretto da tutti (prima foto). Qui ci parla della bellissima iconòstasi della chiesa di San Gabriele. Nella seconda foto si vede la porta centrale dell'iconòstasi, dalla quale si affaccia il celebrante in taluni momenti (per il resto l'iconòstasi divide i fedeli dai celebranti). |
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Alcune altre immagini della chiesa, compreso il soppalco. Naturalmente in evidenza un'icona dell'Annunciazione (oltre a quella dell'iconoòstasi) | ||
Basilica dell'Annunciazione
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Qui abbiamo fatto visita due volte; sì perché l'indomani era sabato ed il sabato qui è uso fare una processione con fiaccolata attorno e all'interno della Basilica con conclusione innanzi alla grotta. E stavolta ci siamo stati anche noi. |
altare piano superiore |
altare piano inferiore |
piano inferiore |
il gruppo osserva la grotta |
Spagna |
ai muri della Basilica sono state poste da nazioni o popoli immagini mariane, fra le più significative "di casa loro" (es. Messico: Guadalupe) |
Cina |
Messico |
Francia |
Giappone |
"Verbum Caro hic factum est" |
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La grotta dell'Annunciazione in momenti diversi della giornata. Davanti si trova il grande altare per le celebrazioni principali, attorniato da sedili alcuni dei quali ricavati dalle vecchie mura bizantine. |
Il gruppo osserva i numerosi mosaici provenienti da ogni parte del mondo, presenti anche sotto il portico della Basilica (uno dei mosaici ricorda la visita di Paolo VI nel 1964 - il 5 gennaio, proprio come noi) |
Nazareth |
alcuni altri ... | Andorra |
Fiippine |
Ukraina |
Honduras e Italia |
Chiesa di San Giuseppe (o della Sacra Famiglia)
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scene come questa dovevano essere frequenti, nella Nazareth di duemila anni fa |
la statua dentro chiesa |
Tomba del Giusto
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Chi fosse questo Giusto... e chi lo sa? Quando le Religiose di Nazareth (francesi) acquistarono il terreno fu loro semplicemente detto che sottoterra c'era la tomba del Giusto (era la metà dell'800). È stato più di trent'anni dopo, nel corso di certi lavori, che casualmente è stato scoperto il primo vano sotterraneo e da lì il via a lavori di ricerca consistenti. Per noi la cosa "più chiara" è sicuramente la tomba, con la sua pietra rotonda di chiusura, che ci fa capire bene come fosse la sepoltura di Gesù a Gerusalemme. |
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appena scesi nel sotterraneo subito si trova uno spazio che deve essere stato una cappella (gli archeologi hanno trovato tracce che fanno pensare a celebraioni) | ||
locali comunicanti, evidentmente di abitazioni | ||
qui sono stati rintracciati elementi dell'epoca crociata | ||
la tomba, con la pietra rotonda che serviva - rotolandola - per chiudere l'accesso (l'accesso è bassino; per entrare occorre piegarsi, esattamente come al Santo Sepolcro, a Gerusalemme) Qualche studioso azzarda l'ipotesi che si tratti della tomba di San Giuseppe |
- era il 4° giorno - 5 gennaio -
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oppure "mare di Galilea" oppure "lago di Genesaret" |
Monte delle Beatitudini
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Ovvero: Il discorso della Montagna |
È qui che viene collocato - metro più, metro meno (o anche un pochino di più) - quel momento della vita di Gesù durante il quale parlò delle beatitudini, in pratica buone regole che completano la Legge dei Dieci Comandamenti. Ce ne parlano Matteo e Luca. Qui è sorta solo recentemente (ultimi anni '30) una chiesa con annesso convento di suore francescane, che hanno acquisito anche i terreni circostanti in modo da preservare la pace che qui regna. |
Il testo delle Beatitudini è sempre esposto (in latino, con musica) presso l'altare (prima e seconda foto), ma anche nei vialetti del bel parco si trovano i diversi brani. |
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Anche Giovanni | |
"Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura: dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva" |
avevamo detto che era un bel parco ... (vista lago) | ||
oggi la Santa Messa si celebra in quel bel parco (e poi il tempo si è rimesso al bello) |
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il nostro Giovanni la sa lunga anche su questi mosaici |
(che poi non sono così carichi di storia, come altre cose...) |
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... questo lo conosciamo |
veramente "i pani e i pesci" non dovrebbero essere qui; il luogo dove quell'episodio viene collocato è ai piedi della collina, a Tabgha; ci andiamo subito. Salutiamo il Monte delle Beatitudini |
Tabgha
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La chiesa della Moltiplicazione dei pani è anch'essa una costruzione recente (anni '80), ma, a differenza di quella sul Monte delle Beatitudini, sorge nel luogo di precedenti costruzioni, la prima delle quali del IV secolo. Della successiva chiesa bizantina (distrutta dai Persiani nel 614) resta il pavimento a mosaico.
Siamo presso la sponda del lago, nel luogo dove viene collocato il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci con il quale Gesù sfamò la folla che lo aveva ascoltato. Il nome bizantino del luogo era Heptapegon (con il tempo storpiato in Tabgha) per via di sette sorgenti che erano qui. |
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i sette beccucci ricordano il vecchio nome del luogo |
Quando Gesù parlava di macine da mulino da appendere al collo di certi malfattori prima di gettarli in mare, alludeva a questi pietroni: queste macine sono infatti del Suo tempo. |
Non ci si poteva avvicinare, sicché la foto è bruttina, ma si capisce lo stesso: un pezzetto del pavimento (mosaico bizantino) sotto l'altare rappresenta due pesci e un cesto con quattro pani. Forse quell'antico artista si è sbagliato? I Benedettini tedeschi che stanno qui dicono invece che i pani sono cinque perché il quinto pane (anzi: Pane) sta sopra l'altare: è l'Eucarestia. |
Pochi passi e siamo al Primato di Pietro cioè nel luogo ove la tradizione colloca Gesù mentre dice "Tu sei Pietro e su questa pietra ..."
A noi lo ricorda una piccola chiesa francescana sorta negli anni '30.
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La tradizione è però antica, abbastanza vicina ai "fatti". Scavi recenti (dei Francescani) ci dicono che in questo posto, a ricordare quell'episodio della vita di Gesù, sorgeva una chiesa quantomeno in epoca bizantina. C'è anche il racconto di una certa pellegrina Egeria (IV-V sec.) che ci descrive questi luoghi; la donna cita quelle strane rocce a forma di cuore (sono sei) ritrovate anch'esse di recente (e se Egeria "la conta giusta" sulle pietre, significa che anche le altre cose che aveva scritto dovrebbero essere corrette).
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Alcuni dei "nostri" osservano le pietre a forma di cuore già segnalate dalla pellegrina Egeria e ritrovate poi. (il racconto di Egeria è stato ed è utile agli archeologi in diversi luoghi ed occasioni) |
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Il ritiro del lago ha lasciato scoperta una vera spiaggia che possiamo "esplorare", in un momento di relax. |
All'interno della chiesa si trova il masso che la tradizione vuole essere stato quello sul quale si trovava Gesù quando affidò a Pietro la sua missione. (taluno vuole collocare qui anche il luogo nel quale Gesù preparò da mangiare per i suoi, dopo la pesca miracolosa) |
Anche qui due postazioni adatte per la celebrazione Eucaristica. In una è presente il ricordo della visita di Giovanni Paolo II, nell'altra di Paolo VI, primo pontefice a far visita in Terra Santa (1964) | |||
Cafarnao
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I Francescani hanno ragione ad aver posto questa insegna: è infatti qui che Gesù ha trascorso la maggior parte della sua vita pubblica (quando non era in giro), nella casa di Pietro. Cioè: della suocera di Pietro. |
Abbiamo accennato spesso ai Francescani ma non abbastanza; sono qui da oltre ottocento anni (prima foto) durante i quali molti di loro sono rimasti vittime di persecuzioni varie; hanno fatto e fanno di tutto con diverse loro strutture la più nota delle quali è la Custodia di Terra Santa. Fanno ricerche documentali, archeologiche, hanno scuole, fanno assistenza alle popolazioni, gestiscono diversi luoghi siano essi legati alla vita di Gesù oppure no. Fanno anche i frati. |
Questa nuovissima costruzione ottagonale simile ad un paracadute sovrasta quello che resta di una chiesa anch'essa ottagonale la cui costruzione (l'inizio) risale al V secolo (epoca bizantina). Si ritiene che quest'ultima ricoprisse i resti della "casa di Pietro". Non arrischiamoci oltre; le ricerche sono recentissime e sicuramente salterà fuori qualche cosa di più. (aggiungiamo solo che Pietro non era il tipo di pescatore che se oggi non si prende nulla stasera non si mangia; la sua era un'attività da piccolo imprenditore, come si direbbe oggi, che sfruttava il pescosissimo lago anche per vendere altrove il pesce, salato per la conservazione e il trasporto) |
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L'ottagono "vecchio", sovrastato dall'ottagono nuovo |
Il villaggio di Cafarnao. I locali sono raggruppati in grandi riquadri, una sorta di quartieri, occupati da singole famiglie. A destra è visibile anche un muro di una sinagoga (di epoca posteriore) |
È sempre sempre Giovanni a tenere banco |
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pezzi "da studiare" |
sul lago
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Il programma prevedeva di attraversare il lago su un battello che riproduce barche storiche (guardane uno ) |
si fa festa sul battello |
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invece: giro fino al centro del lago, poi si rientra |
Il pesce di San Pietro non è quello che chiamiamo così a casa nostra, che è di mare. I pesci che qui chiamano di San Pietro vengono dal lago, pescosissmo (sì, quelli che hanno servito a noi sono allevati). Diciamo che gli abbiamo fatto festa, nel modo con il quale lo mangiano qui: con le mani (è bello polposo e con le posate non si pulisce bene...). Ed è buono. |
Cana di Galilea
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La chiesa che ci ricorda il primo miracolo di Gesù sorge sui resti di una casa di quel tempo, ma che sia "quella" casa, quella dove Gesù mutò l'acqua in vino al pranzo di nozze che si stava celebrando, beh, che sia quella è anche possibile, ma proprio non è detto. Magari è una vicina... Anche il recipiente che è stato ritrovato ... non sarà uno di "quelli", però possiamo pensare che sia "come" quelli. |
... e il recipiente |
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... tappa abbligata dall'omino delle spremute di melograno e sua figlia (buonissime, le spremute) |
(la figlia è diventata dottoressa a Milano, con il sostegno di certi Italiani, e ora esercita per i suoi concittadini) |
Pochi documenti della processione con fiaccolata alla quale ha partecipato tutto il gruppo (anzi: proprio una delle "nostre" ha guidato la prima decina del Rosario). Percorso attorno alla Basilica dell'Annunciazione con la comunità locale e poi all'interno della Basilica per il momento conclusivo (ma non disperiamo: sappiamo che l'evento è stato trasmesso in diretta da diverse televisioni - fra cui TelePace - sicché chissà che non si riesca a recuperare copia del filmato ... sarebbe bello conservarlo). |
- era il 5° giorno - 6 gennaio -
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La nostra mèta dell'ultima mattina in Terra Santa è la punta principale del Monte Carmelo, che domina Haifa e il mare antistante; posizione panoramica e strategica. Nei tempi antichi è stato qui che dimorava il profeta Elia e in seguito taluni monaci che dettero vita all'Ordine del Carmelo ed è al primo Padre Generale dei Carmelitani, beato Simone Stock, che il 16 luglio 1251 apparve la Vergine. Qui sorge il Santuario intitolato Stella Maris, con annesso convento dei Carmelitani. |
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È in una cappela del Santuario sul Monte Carmelo che abbiamo celebrato l'ultima Santa Messa in Terra Santa (per questa volta). | |||
La statua della Madonna è collocata su una colonna sul marciapiade della strada che corre fra la chiesa (con il convento maschile) e quello che fu il convento delle suore. | |||
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Caesarea Marittima |
Ormai più "turisti" che "pellegrini" lungo la costa ricca di spiagge che si estende a sud del Monte Carmelo verso Tel Aviv e Jaffa. Ormai c'è aria di partenza; subito dopo pranzo (a Jaffa) ci si dirigerà verso il Ben Gurion Airport e via a casa. |
Un bel sole caldo, una bella spiaggia e i resti dell'acquedotto romano (un "doppio" acquedotto) dalle sorgenti del Carmelo fino a Caesarea Marittima, per sgranchirsi un po' (e cercare conchiglie?) |
"faccio un'ultima foto ..." | |
"... e arrivederci l'anno prossimo!" |
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febbraio 2018 (cod. 9112) |
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