Il mese di ottobre è ‘missionario’ per la comunità cristiana, ma Domenica in particolare è detta ‘giornata missionaria mondiale’. Durante la celebrazione della Santa Messa ascolteremo la testimonianza di una suora che è stata missionaria per tanti anni in Africa.

L’Europa, intera, è oggi terra di missione e questo ci riguarda da vicino. Che fare? Piccolo suggerimento: testimoniare la gioia e la serenità derivanti dalla fede.

Molti oggi ridono, anche esageratamente, ma ‘dentro’ non sono contenti e di fronte alla prima difficoltà non vedono una via d’uscita o una possibile soluzione.

La gioia, in senso cristiano, è una realtà interiore derivante dalla certezza di essere amati da Dio e dunque mai soli e che il mondo è nelle sue mani, nonostante tutte le apparenze contrarie e i piccoli dittatori sparsi sulla terra; una realtà che si esprime esteriormente nei piccoli gesti, un sorriso, uno sguardo, un ringraziamento, una richiesta di scuse, un saluto a chi non si conosce , una stretta di mano….

In una parola è la contentezza di vivere e di stare al mondo laddove la vita ci ha posto.

La serenità d’animo deriva dall’accettazione della propria situazione reale (fisica, economica,…) e dalla capacità di reazione per quanto ci è dato. Subire è di chi si lamenta in continuazione, fa la vittima e tende a scaricare la colpa sul ‘destino’ a lui sfavorevole.

Ringraziamo Dio per la presenza di persone ammalate fisicamente o provate umanamente, ancora viventi (e altre ormai defunte) che affrontano a testa alta e con grande dignità le difficoltà quotidiane, chiedendo a se stesse uno scatto di sano orgoglio umano e non fanno pesare la propria situazione sugli altri.

Diceva il Cardinale Federigo a mo’ di rimprovero al povero Don Abbondio: “E non sapevate voi che il soffrire per la giustizia è il nostro vincere?”

Queste persone, nonostante tutto, ‘vincono’, testimoniano la loro umanità e la certezza di una speranza che va oltre, verso l’infinito che cerca il Dio del Cristo risorto.