Scopo: “ritrovare le nostre radici comuni prima di cominciare a cercare l'unità”.

Si celebra ogni anno dal 1989 e conobbe una sospensione per qualche anno nel 2009 dopo l'introduzione della “nuova” preghiera “pro judaeis” nel Rito Romano del Venerdì Santo.

Tale preghiera suscitò subito reazioni in ambito ebraico: in essa si invochi Dio perchè “illumini i cuori degli ebrei” affinchè riconoscano Gesù Cristo come salvatore di tutti gli uomini.

Di qui la critica per voler ritornare a pregare per la conversione degli ebrei, disconoscendo la loro fedeltà all'Alleanza di Dio e quindi il timore che venga riproposta l'idea della “infedeltà” degli ebrei fornendo in tal modo alimento ad atteggiamenti poco positivi nei loro confronti

Autorevoli rappresentanti cattolici hanno chiarito che la suddetta pre-ghiera desidera solo esprimere la speranza che anche il popolo di Israele riconosca Cristo come Messia e partecipi alla salvezza operata da lui.

Non solo: un famoso studioso ebreo si è detto in disaccordo con la reazione da parte ebraica perchè è normale che la Chiesa preghi per la salvezza di tutti in Cristo, ebrei compresi.

Da parte nostra, cristiana cattolica, dobbiamo “favorire la crescita di un sincero amore verso il popolo ebraico” consapevoli che la nostra fede si fonda sulla rivelazione biblica, campo in cui gli ebrei sono “i nostri fratelli maggiori”.

Nel 1986 Giovanni Paolo II compì il “viaggio più lungo” del suo pontificato: attraverso il Tevere si recò alla sinagoga di Roma confermando gli insegnamenti del Vaticano II a proposito del rapporto tra cristiani ed ebrei: c'è una fraternità che viene da lontano (il padre Abramo nella fede) ed è un impegno di fronte al futuro.