Ci chiedevamo settima scorsa: che fare di fronte alla mancanza dell’adulto?
Tentiamo una risposta che si può riassumere cosi: diventare ed essere adulti!
Quando uno è adulto? A mò di pennellate proviamo a tratteggiarne il volto.
Dall’adolescenza si passa alla giovinezza allor quando si scopre una ragione valida
per cui vale la pena lasciare questo periodo della vita . Dalla giovinezza si entra
nell’età adulta quando per questa ragione o scelta ci si gioca totalmente, dando il
meglio di sé e, al di là dei risultati si rimane fedeli ad essa. Due problemi a tale
proposito: i giovani d’oggi vivono senza voglia di crescere ossia non cercano e non
scoprono il motivo esistenziale per cui vale la pena rimanere nel mondo nel quale sono
nati. In tal modo la vita e’ un insieme di esperienze continue, tentativi… e la scelta
definitiva che costituisce il proprio essere umano viene rinviata … a data da
destinarsi. Difatti l’ex’ – e più volte – è cio che caratterizza la maggioranza di noi.
Dunque adulti si è quando si vive, pur con tutti i propri errori, attuando la scelta
fondamentale: questa è la spina dorsale.
Fare i conti con la propria età ed accettarla. gli ‘anta’ sono una cosa diversa da ‘enti’
o ‘enta’. E’ segno di maturità vivere all’altezza dell’età che si ha, senza rimpianti né
illusioni. Il tennista Nadal, arrivato alla soglia dei 40anni, si è ritirato dall’attività
agonistica perché ha compreso che non regge più il confronto con chi è negli anni 20
della vita. Vale per tutti e in ogni occasione: nel modo di vestire (i calzoni rotti sulle
ginocchia, ad esempio), di parlare (le parolacce ogni due parole normali), di stare a
tavola (l’uso del telefonino al posto del dialogo), di reagire di fronte ai problemi e agli
imprevisti (polemiche e vittimismo invece di cercare soluzioni o accordi), di stare in
mezzo agli altri (confronto aperto, comprensione e rispetto invece apparente buona
educazione che nasconde doppi fini, di camminare salutando chi si incontra e cedendo
il passo o parcheggio se necessario). Dunque adulto è chi vive all’altezza della propria
età e lo dimostra, nel suo piccolo quotidiano.
Il giovane tenta di assolutizzare il presente e si preoccupa di divertirsi, l’adulto vive
il presente cosciente che il tempo passa e cerca i momenti di festa. Festa e
divertimento sono due modi diversi di vivere la stessa occasione (matrimonio,
compleanno..). Divergere ossia andare per un’altra strada, fare cose diverse, quelle
che nessuno ha mai fatto (esempio lampante i matrimoni ridotti ad ‘americanate’),
mettersi al centro dell’attenzione (ad esempio ballare sui tavoli o atteggiarsi a
mattatore della serata, pur essendo solo invitato), pensare al proprio ‘star bene’senza
rispetto per gli altri (esempio ubriacarsi o lamentarsi in continuazione ed
esageratamente)… In una parola: al centro ci sono io, tutto il resto è un corollario.
Festa è contrassegnata dal desiderio di stare con gli altri, al centro ci sta il festeggiato
(lui deve trovarsi bene con me e non il contrario) e la preoccupazione e che tutti si
trovino a proprio agio. L’attenzione non è concentrata su di me o i miei amici ma
rivolta a tutti, anche a chi non ci risulta simpatico. Dialogo e condivisione sono le
tonalità caratterizzanti una festa. La cartina di tornasole della riuscita di una festa non
è tanto il bel tempo, la buona cucina o musica, il numero di telefono scambiato o altro
di tal genere, quanto la soddisfazione di chi la organizzata e le relazioni approfondite
con gli altri presenti.
Dunque l’adulto organizza, partecipa, rispetta la festa e torna a casa contento.
Il nostro tentativo di risposta continua la prossima settimana ….
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SEGRETERIE PARROCCHIALI:
- CORNAREDO - martedì÷venerdì ore 16,30÷18
(ma se la porta è aperta .... avanti)
- SAN PIETRO - giorni ferialiì ore 10÷11,30 (escluso martedì)