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1ª stazione - Gesù è condannato a morte.
Pilato non trova colpe particolari da imputare a Gesù, cede alla
pressione degli accusatori e il Nazareno viene così condannato a
morte.
Ci pare di ascoltarTi: «Sì, sono stato condannato a morte, tante
persone che sembrava mi amassero e mi capissero hanno ascoltato le
menzogne e mi hanno accusato. Non hanno capito ciò che dicevo.
Tradito, mi hanno messo a giudizio e condannato. A morte,
Crocifisso, la morte più ignobile».
Non poche delle nostre famiglie soffrono per il tradimento del
coniuge, la persona più cara. Dov'è finita la gioia della vicinanza,
del vivere all'unisono? Dov'è il sentirsi una cosa sola? Dov'è quel
“per sempre” che ci si era dichiarati?
GuardarTi, Gesù, il Tradito, e vivere con Te il momento in cui
crolla l'amore e l'amicizia che s'erano creati nella nostra coppia,
avvertire nel cuore le ferite della fiducia tradita, della
confidenza smarrita, della sicurezza svanita.
GuardarTi, Gesù, proprio ora che vengo giudicato da chi non ricorda
il legame che ci univa, nel dono totale di noi stessi. Solo Tu,
Gesù, mi puoi capire, puoi darmi coraggio, puoi dirmi parole di
verità, anche se fatico a capirle. Puoi darmi quella forza che mi
permette di non giudicare a mia volta, di non soccombere, per amore
di quelle creature che mi aspettano a casa e per le quali ora sono
l'unico appoggio.
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2ª stazione - Gesù è caricato della Croce.
Pilato consegna Gesù nelle mani dei capi dei sacerdoti e delle
guardie. I soldati gli pongono sulle spalle un manto scarlatto e
sulla testa una corona di rami spinosi, Lo sbeffeggiano nella notte,
Lo malmenano e Lo flagellano. Poi, al mattino, Lo caricano di un
legno pesante, la croce sulla quale vengono inchiodati i briganti,
perché tutti vedano che fine fanno i malfattori. Tanti dei suoi
scappano.
Questa vicenda di 2000 anni fa si ripete nella storia della Chiesa e
dell'umanità. Anche oggi. È il corpo di Cristo, è la Chiesa a essere
colpita e ferita, di nuovo.
A vederTi così, Gesù, sanguinante, solo, abbandonato, deriso, ci
domandiamo: «Ma quella gente che avevi così amato, beneficato e
illuminato, quegli uomini, quelle donne non siamo forse anche noi,
oggi? Anche noi ci siamo nascosti per paura di essere coinvolti,
dimenticando di essere Tuoi seguaci».
Ma la cosa più grave, Gesù, è che ho contribuito anch'io al tuo
dolore. Anche noi sposi e le nostre famiglie. Anche noi abbiamo
contribuito a caricarTi di un peso inumano. Ogni volta che non ci
siamo amati, quando ci siamo attribuiti la colpa l'uno all'altro,
quando non ci siamo perdonati, quando non abbiamo ricominciato a
volerci bene.
E noi invece continuiamo a dare ascolto alla nostra superbia,
vogliamo sempre aver ragione, umiliamo chi ci sta vicino, anche chi
ha legato la propria vita alla nostra.
Non ricordiamo più che Tu stesso, Gesù, ci hai detto: «Qualunque
cosa avrete fatto a uno di questi piccoli l'avete fatta a me». Hai
detto proprio così: «A me».
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3ª stazione - Gesù cade per la prima volta.
Gesù cade. Le ferite, il peso della croce, la strada in salita,
sconnessa. E la calca della gente. Ma non è solo questo che Lo
ha ridotto così. Forse è il peso della tragedia che si apre
nella sua vita. Non si riesce più a vedere Dio in Gesù, uomo che
si mostra così fragile, che inciampa e cade.
Gesù, lì, su quella strada, in mezzo a tutta quella gente che
urla e strepita, dopo essere caduto a terra, Ti rialzi e cerchi
di proseguire l'ascesa. In fondo al cuore sai che questa
sofferenzaha un senso, avverTi di esserTi caricato del peso di
tante nostre mancanze,tradimenti e colpe.
Gesù, la Tua caduta ci fa soffrire perché comprendiamo che la
causa siamo noi; o forse la nostra fragilità, non solo fisica,
ma quella di tutto il nostro essere. Vorremmo non cadere mai; ma
poi basta poco, un intoppo, una tentazione o un incidente e ci
lasciamo andare, e cadiamo.
Avevamo promesso di seguire Gesù, di rispettare e curare le
persone che egli ci aveva messe vicino. Sì, in realtà le amiamo,
o almeno ci sembra di farlo. Se venissero a mancare soffriremmo
non poco. Ma poi cediamo nelle situazioni concrete di ogni
giorno.
Quante cadute nelle nostre famiglie! Quante separazioni, quanti
tradimenti! E poi i divorzi, gli aborti, gli abbandoni! Gesù,
aiutaci a capire cos'è l'amore, insegnaci a chiedere perdono!
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4ª stazione - Gesù incontra sua Madre.
Nella salita al Calvario Gesù scorge sua madre. I loro sguardi
si incrociano. Si comprendono. Maria sa chi è suo Figlio. Sa da
dove viene. Sa qual è la sua missione. Maria sa di essere sua
madre; ma sa anche di essere sua figlia. Lo vede soffrire, per
tutti gli uomini, di ieri, oggi e domani. E soffre anche lei.
Certamente, Gesù, Tu patisci di fare soffrire in quel modo Tua
madre. Ma la devi coinvolgere nella Tua divina e tremenda
avventura. È il piano di Dio, per la salvezza di tutta
l'umanità.
Per tutti gli uomini e tutte le donne di questo mondo, ma in
particolare per noi famiglie, l'incontro di Gesù con la madre,
lì sulla via del Calvario, è un avvenimento vivissimo, sempre
attuale. Gesù si è privato della madre perché noi, ciascuno di
noi -- anche noi sposi -- avessimo una madre sempre disponibile
e presente. A volte ce ne dimentichiamo, purtroppo. Ma, quando
ci ripensiamo, ci rendiamo conto che nella nostra vita di
famiglia innumerevoli volte siamo ricorsi a lei. Quanto ci è
stata vicina nei momenti difficili! Quante volte le abbiamo
raccomandato i nostri figli, l'abbiamo supplicata di intervenire
per la loro salute fisica e ancor più per una protezione morale!
E quante volte Maria ci ha ascoltato, ce la siamo sentita vicina
a confortarci con il suo amore materno.
Nella via crucis di ogni famiglia, Maria è il modello del
silenzio che, pur nel dolore più straziante, genera la vita
nuova.
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5ª stazione - Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la Croce.
Forse Simone di Cirene rappresenta tutti noi allorché
all'improvviso ci arriva una difficoltà, una prova, una
malattia, un peso imprevisto, una croce talvolta pesante.
Perché? Perché proprio a me? Perché proprio adesso? Il Signore
ci chiama a seguirLo, non sappiamo dove e come.
La cosa migliore da fare, Gesù, è venirTi dietro, essere docili
a ciò che ci chiedi. Tante famiglie lo possono confermare per
esperienza diretta: non serve ribellarsi, conviene dirTi di sì,
perché Tu sei il Signore del Cielo e della Terra.
Ma non solo per questo possiamo e vogliamo dirTi di sì. Tu ci
ami di amore infinito. Più del padre, della madre, dei fratelli,
della moglie, del marito, dei figli. Ci ami di un amore che vede
lontano, un amore che, al di là di tutto, anche della nostra
miseria, ci vuole salvi, felici, con Te,per sempre.
Anche in famiglia, nei momenti più difficili, quando si deve
prendere una decisione impegnativa, se la pace alberga nel
cuore, se si è attenti a cogliere quello che Dio desidera da
noi, veniamo illuminati da una luce che ci aiuta a discernere e
a portare la nostra croce.
Il Cireneo ci ricorda pure i tanti volti di persone che ci sono
state vicine nei momenti in cui una croce pesante si è abbattuta
su di noi o sulla nostra famiglia. Ci fa pensare ai tanti
volontari che in molte parti del mondo si dedicano generosamente
a confortare e aiutare chi è nella sofferenza e nel disagio. Ci
insegna a lasciarci aiutare con umiltà, se ne abbiamo bisogno, e
anche a essere cirenei per gli altri..
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6ª stazione - La Veronica asciuga il volto di Gesù.
Veronica, una delle donne che segue Gesù, che ha intuito chi Lui
sia, che Lo ama e perciò soffre nel vederLo soffrire. Ora scorge
da vicino il suo volto, quel volto che tante volte aveva parlato
alla sua anima. Lo vede stravolto, sanguinante e sfigurato,
anche se sempre mite e umile.
Non resiste. Vuole alleviare le sue sofferenze. Prende un panno
e tenta di tergere sangue e sudore da quel volto.
Talvolta nella nostra vita abbiamo avuto modo di asciugare
lacrime e sudore delle persone che soffrono. Forse in una corsia
di ospedale abbiamo assistito un malato terminale, abbiamo
aiutato un immigrato o un disoccupato, abbiamo ascoltato un
carcerato. E per cercare di sollevarlo, forse, abbiamo terso il
suo volto guardandolo con compassione.
Eppure poche volte ci ricordiamo che in ogni nostro fratelloche
è nel bisogno Ti nascondi Tu, Figlio di Dio. Come sarebbe
diversa la nostra vita se ce lo ricordassimo! Pian piano
prenderemmo coscienza della dignità di ogni uomo che vive sulla
Terra. Ogni persona, bella o brutta,dotata o meno, fin dai primi
momenti nel ventre della madre oppure ormai anziana ti
rappresenta, Gesù. Non solo. Ogni fratello sei Tu. Guardando a
Te, ridotto a poca cosa lì sul Calvario, capiremmo con la
Veronica che in ogni creatura umana possiamo riconoscerTi.
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7ª stazione - Gesù cade per la seconda volta.
Per la seconda volta, mentre avanza nell'angusta via del
Calvario, Gesù cade. Intuiamo la sua debolezza fisica, dopo una
terribile nottata, dopo le torture che Gli hanno inflitto. Forse
non sono solo le sevizie, lo sfinimento e il peso della croce
sulle spalle a farLo cadere. Su Gesù grava un peso non
misurabile, qualcosa di intimo e profondo che si fa sentire a
ogni passo più nitido.
Ti vediamo come un povero uomo qualsiasi, che ha sbagliato nella
vitae adesso deve pagare. E sembri non avere più forza fisicao
morale di affrontare il nuovo giorno. E cadi.
Come ci riconosciamo in Te, Gesù, anche in questa nuova caduta
di sfinimento. E invece Ti alzi di nuovo,vuoi farcela. Per noi,
per tutti noi, per darci il coraggio di rialzarci. La nostra
debolezza c'è, ma il Tuo amore è più grandedelle nostre carenze,
può sempre accoglierci e capirci.
I nostri peccati, di cui Ti sei fatto carico, Ti schiacciano, ma
la tua misericordia è infinitamente più grande delle nostre
miserie. Sì, Gesù, grazie a Te ci rialziamo. Abbiamo sbagliato.
Ci siamo lasciati prendere dalle tentazioni del mondo, magari
per bagliori di soddisfazione, per sentirci dire che
qualcunoancora ci desidera, che qualcuno dice di volerci bene,
di amarci addirittura. Facciamo talvolta fatica persinoa
mantenere l'impegno preso nella nostra fedeltà di sposi. Non
abbiamo più la freschezza e lo slancio di una volta. Tutto è
ripetitivo, ogni atto pare pesante, viene voglia di evadere.
Ma cerchiamo di rialzarci, Gesù, senza cedere alla più grande di
tutte le tentazioni: quella di non credere che il Tuo amore può
tutto.
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8ª stazione - Gesù incontra le donne di Gerusalemme.
Tra la folla che Lo segue c'è un gruppo di donne di Gerusalemme:
Lo conoscono. VedendoLo in quelle condizioni, si confondono tra
la folla e salgono verso il Calvario. Piangono.
Gesù le vede, coglie il loro sentimento di pietà. E anche in
quel tragico momento vuole lasciare una parola che supera la
semplice pietà. Egli desidera che in loro, che in noi non ci sia
solo commiserazione ma conversione del cuore, quella che
riconosce di aver sbagliato, che chiede perdono, che ricomincia
una vita nuova.
Gesù, quante volte per stanchezza o per incoscienza, per egoismo
o per timore chiudiamo gli occhi e non vogliamo affrontare la
realtà! Soprattutto non coinvolgiamo noi stessi, non ci
impegniamo nella partecipazione profonda e attiva alla vita e ai
bisogni dei nostri fratelli, vicini e lontani. Continuiamo a
vivere comodamente, deprechiamo il male e chi lo fa, ma non
cambiamo la nostra vita e non paghiamo di persona affinché le
cose cambino e il male sia debellato e giustiziasia fatta.
Spesso le situazioni non migliorano perché noi non ci siamo
impegnati a farle cambiare. Ci siamo ritirati senza fare del
male a nessuno, ma anche senza fare quel bene che avremmo potuto
e dovuto fare. E qualcuno, forse, paga anche per noi, per la
nostra latitanza.
Gesù, che queste tue parole ci risveglino, ci diano un po' di
quella forza che muove i testimoni del Vangelo, spesso anche
martiri, padrio madri o figli, che col loro sangue unitoa quello
Tuo, hanno aperto e aprono anche oggi la strada al bene nel
mondo..
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9ª stazione - Gesù cade per la terza volta.
La strada in salita è breve, ma la sua debolezza è estrema. Gesù
è sfinito nel fisico, ma anche nello spirito. Avverte su di Sé
l'odio dei capi, dei sacerdoti, della folla che sembrano voler
scaricare su di Lui la rabbia repressa per le oppressioni
passate e presenti. Quasi che cerchino una rivincita, facendo
valere il loro potere su Gesù.
E cadi, cadi Gesù, per la terza volta. Sembri soccombere. Ma
ecco che con estrema fatica Ti rialzi e riprendi il terribile
camminoverso il Gòlgota.
Certamente tanti nostri fratelliin tutto il mondo stanno
soffrendo prove tremende perché Ti seguono, Gesù. Stanno salendo
con Te verso il Calvario e con Te stanno persino cadendo sotto
le persecuzioni che da duemila anni inferiscono sul Tuo Corpoche
è la Chiesa.
Vogliamo con questi nostri fratelli nel cuore offrire la nostra
vita, le nostre fragilità, la nostra miseria, le nostre piccole
e grandi sofferenze quotidiane. Viviamo spesso anestetizzati dal
benessere, senza impegnarci con tutte le forze a rialzarci e a
rialzare l'umanità. Ma possiamo rialzarci, perché Gesù ha
trovato la forza di rialzarSi e riprendere il cammino.
Anche le nostre famiglie sono parte di questo tessuto sfibrato,
si ritrovano legate a una vita di benessere che diventa lo scopo
stesso della vita. I nostri figli crescono: cerchiamo di
abituarli alla sobrietà, al sacrificio, alla rinuncia. Cerchiamo
di dar loro una vita sociale appagante negli ambienti sportivi,
associativi e ricreativi, ma senza che queste attività siano
solo un modo per riempire la giornata e avere tutto quello che
si desidera.
Perciò, Gesù, abbiamo bisogno di ascoltare le Tue parole, che
vogliamo testimoniare: «Beati i poveri, beati i mansueti, beati
i costruttori di pace, beati coloro che soffrono per la
giustizia...».
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10ª stazione - Gesù è spogliato delle vesti.
Gesù è nelle mani dei soldati. Come ogni condannato viene
spogliato, per umiliarLo, ridurLo a niente. L'indifferenza, il
disprezzo e la noncuranza per la dignità della persona umana si
uniscono con l'ingordigia, la cupidigia e l'interesse privato:
«Presero le vesti di Gesù».
La Tua veste, Gesù,era senza cuciture. Questo dice la cura che
avevanoper Te Tua madre e le persone che Ti seguivano. Ora Ti
trovi senza vestito, Gesù, e provi il disagio di chi è in balia
della gente che non ha rispetto per la persona umana.
Quante persone hanno sofferto e soffrono per questa mancanza di
rispetto per la persona umana, per la propria intimità. A volte
anche noi, forse, non abbiamo il rispetto dovuto alla dignità
personale di chi ci sta accanto, “possedendo” chi ci sta vicino,
figlio o marito o moglie o parente, conoscente o sconosciuto. In
nome della nostra presunta libertà feriamo quella degli altri:
quanta noncuranza, quanta trascuratezza nei comportamenti e nel
modo di presentarci l'uno all'altro!
Gesù, che si lascia esporre in questo modo agli occhi del mondo
di allora e agli occhi dell'umanità di sempre ci richiama la
grandezza della persona umana, la dignità che Dio ha dato a ogni
uomo, a ogni donna e che niente e nessuno dovrebbe violare,
perché sono plasmati ad immagine di Dio. A noi è affidato il
compito di promuovere il rispetto della persona umana e del suo
corpo. In particolare a noi sposi il compito di coniugare queste
due realtà fondamentali e inscindibili: la dignità e il dono
totale di sé..
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11ª stazione - Gesù è inchiodato sulla Croce.
Giunti alla località detta “Calvario”, i soldati crocifiggono
Gesù. Pilato fa scrivere: «Gesù il Nazareno, re dei Giudei», per
deriderLo e umiliare i giudei. Ma, pur senza volerlo, questa
scritta certifica una realtà: la regalità di Gesù, re di un
Regno che non ha confini né di spazio, né di tempo.
Possiamo solo immaginare il dolore di Gesù durante la
crocifissione, cruenta e dolorosissima. Si entra nel mistero:
perché Dio, fattosi uomo per amore nostro, si lascia inchiodare
su un legno e innalzare da terra tra spasimi atroci, fisici e
spirituali?
Per amore. Per amore. È la legge dell'amore che porta a donare
la propria vita per il bene dell'altro. Lo confermano quelle
madri che hanno affrontato anche la morte pur di dare alla luce
il loro figlio. O quei genitori che hanno perso un figlio in
guerra o in atti di terrorismo e che scelgono di non vendicarsi.
Gesù, sul Calvario impersoni tutti noi, tutti gli uomini di
ieri, oggi e domani. Sulla croce ci hai insegnato ad amare. Ora
cominciamo a capire il segreto di quella gioia perfetta di cui
parlavi ai discepoli nell'ultima cena. Hai dovuto scendere dal
Cielo, farTi bambino, poi adulto e quindi patire sul Calvario
per dirci con la Tua vitache cos'è il vero amore.
Guardandoti lassù sulla croce, anche noi come famiglia, sposi,
genitori e figli stiamo imparando ad amarci e ad amare, a
nutrire tra noi quell'accoglienza che dona se stessa e che sa
essere accolta con riconoscenza. Che sa soffrire, che sa
trasformare la sofferenza in amore.
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12ª stazione - Gesù muore sulla Croce.
Gesù è sulla croce. Ore d'angoscia, ore terribili, ore di
sofferenze fisiche disumane. «Ho sete», dice Gesù. E Gli viene
accostata alla bocca una spugna imbevuta di aceto.
Un grido sale improvviso: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai
abbandonato?». Blasfemia? Il condannato grida il Salmo? Come
accettare un Dio che grida, che Si lamenta, che non sa, non
capisce? Il Figlio di Dio fatto uomo che sente di morire
abbandonato dal Padre suo?
Gesù, fino a questo punto Ti sei fatto uno di noi, uno con noi,
eccetto il peccato! Tu, Figlio di Dio fatto uomo, Ti sei
immedesimato con noi fino a sperimentare, Tu che sei il Santo,
la nostra condizione di peccatori, la lontananza da Dio,
l'inferno di coloro che sonosenza Dio. Tu hai sperimentato il
buioper darci la luce. Hai vissuto la separazione per darci
l'unità. Hai accettato il dolore per lasciarci l'Amore. Hai
provato l'esclusione, abbandonato e sospeso tra Cielo e Terra,
per accogliercinella vita di Dio.
Un mistero ci avvolge rivivendo ogni passo della TuaPassione.
Gesù, Tu non tieni come un tesoro geloso la Tua uguaglianza con
Dio, ma Ti fai povero di tutto per arricchirci.
«Nelle Tue mani consegno il mio spirito». Come hai fatto, Gesù,
in quell'abisso di desolazione, ad affidarti all'Amore del
Padre, abbandonarTi in Lui, morire in Lui? Solo guardando a Te,
solo con Te possiamo affrontare le tragedie, le sofferenze degli
innocenti, le umiliazioni, gli oltraggi, la morte.
Gesù vive la Sua morte come dono per me, per noi, per la nostra
famiglia, per ogni persona, per ogni famiglia, per ogni popolo,
per l'umanità intera. In quell'atto rinasce la vita.
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13ª stazione - Gesù è deposto dalla Croce.
Maria vede morire Suo Figlio, Figlio di Dio e anche suo. Sa che
è innocente, ma si è caricato del peso delle nostre miserie. La
Madre offre il Figlio, il Figlio offre la Madre. A Giovanni, a
noi.
Gesù e Maria, ecco una famiglia che, sul Calvario, vive e soffre
il supremo distacco. La morte li divide, o perlomeno sembra
dividerli, una madre e un figlio con un legame insieme umano e
divino inimmaginabile. Per amore lo donano. Si abbandonano
entrambi alla Volontà di Dio.
Nella voragine apertasi nel cuore di Maria entra un altro
figlio, che rappresenta l'umanità intera. E l'amore di Maria per
ciascuno di noi è il prolungamento dell'amore che ella ha avuto
per Gesù. Sì, perché nei discepoli vedrà il volto di Lui. E
vivrà per loro, per sorreggerli, aiutarli, incitarli, portarli a
riconoscere l'Amore di Dio, perché nella loro libertà si
rivolgano al Padre.
Cosa dicono a me, a noi, alla nostra famiglia, questa Madre e
questo Figlio sul Calvario? Ognuno si può solo fermare,
attonito, di fronte a tale scena. Intuisce che questa Madre,
questo Figlio ci stanno facendo un dono unico, irripetibile. In
loro infatti troviamo la capacità di dilatare il nostro cuore e
aprire il nostro orizzonte a dimensione universale.
Lì, sul Calvario, accanto a te, Gesù, morto per noi, le nostre
famiglie accolgono il dono di Dio: il dono di un amore che può
allargare le braccia all'infinito..
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14ª stazione - Gesù è deposto nel sepolcro.
Un profondo silenzio avvolge il Calvario. Giovanni, nel suo
Vangelo, attesta che il Calvario si trova in un giardino dove
c'è un sepolcro ancora non usato. Proprio lì i discepoli di Gesù
depongono il Suo corpo.
Quel Gesù, che hanno poco alla volta riconosciuto come Dio
fattoSi Uomo, è lì, cadavere. Nella solitudine sconosciuta si
sentono smarriti, non sanno che fare, come comportarsi. Non
resta loro che consolarsi reciprocamente, farsi forza l'uno con
l'altro, stringersi assieme. Ma proprio lì matura nei discepoli
il momento della fede, del ricordo di quello che Gesù ha detto e
fatto quand'era in mezzo a loro, e che allora avevano capito
solo in parte.
Lì cominciano ad essere Chiesa, in attesa della Risurrezione e
dell'effusione dello Spirito. Con loro c'è la madre di Gesù,
Maria, che il Figlio aveva affidato a Giovanni. Si radunano tra
loro, con lei, attorno a lei. In attesa. In attesa che il
Signore si manifesti.
Sappiamo che quel corpo dopo tre giorni è risorto. Così Gesù
vive per sempre e ci accompagna, Lui personalmente, nel nostro
viaggio terreno, tra gioie e tribolazioni.
Gesù, fa' che ci amiamo reciprocamente. Per averti di nuovo in
mezzo a noi, ogni giorno, come tu stesso hai promesso: «Dove due
o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro»..
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