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"La quaresima spiegata
a mio figlio" (dal Parroco)
- maggio 2025 -
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F: "Papà, quanto dura la quaresima?"
P: "Per noi, a Cornaredo, quaranta giorni, per la zia Laura, che abita a Monza, qualche giorno in più."
F: "Perché?"
P: "A Monza c’è il rito romano, mentre noi seguiamo il rito ambrosiano detto cosi perché si rifà a S. Ambrogio.
La zia ha iniziato la quaresima il mercoledì delle ceneri, dunque il giorno prima (martedì) per lei era carnevale,
noi invece abbiamo festeggiato sabato e iniziato la quaresima domenica, qualche giorno dopo."
F: "Quanto dura la quaresima?"
F: "Quanto dura la quaresima?"
F: "Ma ne esiste un’altra?"
P: "Si, quella dei non credenti in Gesù."
F: "Che differenza c’è?"
P: "Ti faccio qualche esempio. A proposito del peccato. Il cristiano confessandosi chiede perdono dei propri
peccati e si impegna, con l’aiuto di Dio, a superarli o quantomeno a limitarne i danni. Il non-credente dice che
il peccato non esiste. Ma quale? Il suo e solo quello, perché dei peccati degli altri parla volentieri, anche per ore.
Ci sono riviste e trasmissioni televisive che ‘vivono’ ossia fan soldi a furia di parlarne."
F: "Vero, però anche la nonna le guarda."
P: "No, la TV è accesa solo come compagnia ma lei non dà retta a quello che dicono, ha troppo buon senso per
ascoltare quelle trasmissioni."
F: "Un mio amico mi ha detto che è troppo comodo continuare a chiedere perdono e poi sbagliare ancora, e
tornare a confessarsi."
P: "A me costa chiedere perdono e poi se non ammettessi i miei peccati col passare del tempo, prima li riterrei
innocui e poi li giustificherei. Il tuo amico chiede almeno scusa quando sbaglia?"
F: "Non lo so! Lui dice sempre: ‘mi dispiace’."
P: "Appunto"
F: "Fammi un altro esempio"
P: "A riguardo del digiuno".
F: "Questo è interessante. Io non capisco perché la mamma in quaresima non fa mai la torta bavarese che mi
piace tanto."
P: "Perché ti vuole educare ad essere libero. Una volta il digiuno riguardava la carne e così di venerdì si
mangiava il pesce o uova … perché era di magro. Oggi l’invito è di digiunare da ciò che rischia di diventare il
nostro padrone e di schiavizzarci, tenendoci avvinghiati. Può essere l’alcool, il fumo, il gioco delle macchinette,
le parolacce …. Come pure il cellulare: cose in sé anche ‘utili’ ma che possono impadronirsi di noi. E’ tutta
questione di libertà da … per riaffermare la padronanza di noi stessi. Con il digiuno cristiano si intende
purificarsi da qualsiasi forma di dipendenza: è quindi un’esperienza personale, diversa dall’utilizzo del digiuno
come forma di protesta, di ricatto e di contestazione (se pur condivisibili) o usata per motivi estetici e di
apparenza. “Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del
giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo?" dice Isaia (58,6-11)
F: "Papà, per ora mi può bastare. Ma quando finisce?"
P: "Giovedì santo, quando ha inizio il triduo pasquale."
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da ''InCammino Insieme'' n. 11 del 16 marzo 2025
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marzo 2025 pg. 41885 - gr.24000 |
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