Parrocchia San Pietro apostolo in San Pietro all'Olmo
Parrocchia Santi Giacomo e Filippo in Cornaredo
Articolo del Parroco

Educare è… (ultima parte)
(dal Parroco)
- marzo 2024 -


 parte prima (2024)
 parte seconda (2024)
 parte terza (2024)
 dal card. Martini (2024)
(testo del 2024)
Dobbiamo ammetterlo onestamente: la maleducazione oggi imperante è il frutto della rinuncia ad educare di questi ultimi decenni. Non sono un nostalgico: volgarità, bestemmie, insulti e mancanza di rispetto c’erano anche quando ero giovane io ma non nei termini attuali. Se allora erano eccezioni oggi pare essere la ’normalità’. Eppure… riprendendo lo scritto del cardinal Martini riconosciamo che:
  • 1.educare oggi è più difficile perché spesso si ha la sensazione di essere impotenti ed inutili. La meta è diventare personaggi di spicco, persone di successo, famose, ricche e belle col minore sforzo possibile. L’influencer è una professione ambita. Valori come lealtà, fortezza, dovere, fatica, bontà, onestà… sempre più rari.
  • 2.educare è comunque possibile. Nel Vangelo si legge che Gesù non si è lasciato scoraggiare dalle ‘incomprensioni’ e dalle delusioni ricevute dagli apostoli ma ha sempre avuto fiducia in loro perché ogni persona è continuamente educabile. Gesù non ha mai detto “non c’è nulla da fare”, “è irrecuperabile”; anche nei confronti di Giuda fino all’ultimo momento si è rivelato un educatore ‘incallito’
  • 3.educare è cosa del cuore. Diceva Don Bosco: “chi sa di essere amato, ama..” e raccomandava carità, amorevolezza e amore paterno. Me lo ripeto ogni qualvolta ho a che fare con ragazzi un po ‘irrequieti’. Se non sanno che per me sono importanti, che ci tengo a loro e non riesco a far loro capire che mi stanno a cuore non riuscirò ad entrare in sintonia con loro. Certo è che a volte “te le tirano fuori” quando superano il limite del rispetto umano.
  • 4.educare è bello. L’educatore deve coltivare la pazienza del contadino ed accettare i tempi che vanno dalla semina alla mietitura. Educare è un lavoro… sulla lunga distanza: la lungimiranza è la virtù principe richiesta ad un buon educatore. I ringraziamenti ed i riconoscimenti da parte dei figli arrivano esplicitamente in tarda età, col tempo, ma un educatore vero scruta i segni che rivelano la crescita umana, pur nel silenzio: sono i fatti che parlano. Mettiamo il caso che un figlio ‘si perda’ su strade fallimentari e a fondo cieco. Non ci si deve ritenere dei falliti e farsi mille sensi di colpa perché si deve fare i conti con la libertà personale. Nonostante la sofferenza comprensibile, che si porta dentro di sé, deve prevalere la certezza di avere fatto tutto il possibile… anche se ciò non ha dato i frutti sperati. Rimane la preghiera e l’affidamento a Dio il quale nonostante la ‘dura cervice’ del suo popolo non ha mai smesso di amarlo e di ‘tenergli una mano sulla testa’ anche quando questi la spostava in continuazione.

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    da ''InCammino Insieme'' n. 11 del 10 marzo 2024
     
     
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    marzo 2024
    pg. 41662 - gr.24000
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